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R O M O L O C E R R A T O :

RIVELATORE DI BELLEZZA

Arte sacra, misurata, sofferta quella di Romolo O r-

rato. V'è in essa un'impronta di spontaneità che

in\ano cercheresti in molte opere affrettate, delle

quali il virtuosismo della tecnica è al «ervizio del­

l'artificio o. pervio, della presunta moda estetica.

Il Cerrato non cerca mai l'effetto di maniera, non

indulge al convenzionale, rifiuta di concedere cre­

dito all'esotismo: possiede, insomma, una sua per­

sonalità e la difende contro le insidie della facilo­

neria mi i ghirigori della frivolezza.

La semplicità — che non è mai sciatteria o povertà

d'idee e di concezione — alleata all'ispirazione,

costituisce il filone conduttore della Mia fatica crea­

tiva. Seguendo fedelmente un itinerario di sacrifì­

cio. di studio, di passione s*è trovato quasi incon­

sapevolmente trasento dal modesto lavoro dell'ar­

tigiano a quelli» più importante ed impegnativo del­

l'arte plastica. Compagni di lavoro si son fermati

entusiasti dinanzi alle Mie opere e la critica — an­

che quella cosiddetta intransigente, sempre pronta

a fare il viso deH'arme ai nuovi artefici della bel­

lezza — ha mostrato dell'interesse per Romolo ('er­

rato. il quale !>enza mai impressionarsi desìi elogi

o delle difficoltà ha continuato l'erta.

Non per nulla dal maeMro Giacomo Cornetti ave\a

appreso la tenacia della volontà, la forza propulsiva

e fedele dell'arte, l'amore alle cose alte e nobili.

E. poiché la sorte ha voluto che l'animo generoso

di un artista s'incontrasse con il cuore apostolico

di un sacerdote, così, per la nuo\a costruenda chiesa

del Paradiso, ebbe compimento una « Via Crucis »

davvero caratteristica per un valore espressivo di

molta efficacia e comunicatività. Elementi, questi,

che si accordano con l'amhiente popolare del tem­

pio. stabilendo fra l'opera e chi osserva un legame

intimo, un sentimento di devozione, un impeto di

fervore religioso. E come sa piegare il legno meno

malleabile alla visione delle

Mie

figure, alle scene

della tragedia, al quadro delle sacre raffigurazioni.

Romolo Cerrato non conosce ostacoli o. meglio, gli

ostacoli appaiono superati da una tecnica vigile e

vividissima. Dalle tavole di frassino Mattonato bal­

zano in possenti altorilievi alcuni fra i maggiori ca­

pitoli della tragica epopea. L'espressione del Cristo

Crocifìsso dà il senso immediato di un dolore in­

finito. al quale corrisponde intimamente, per una

bellissima proporzione di forme e di prospettiva,

l'abbandono della Madre. Di mole schiacciante ap­

pare. poi. in un'altra tavola, la croce recata da

Gesù: sull'innocente è il pe*o delittuoso e tre­

mendo di tutte le iniquità del mondo.

Vibra in questi plastici un gusto di sapore quattro*

cente-co. ma anche una sensibilità aderente al no­

stro tempo. S'incontrano, si confondono e si com­

pletano il senso dell'aurea tradizione e quello di

una sana modernità e di una «itale pacione.