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l
inai! Nel primo, chiarità tenue Hi azzurri e di
liiondo ambrato, rapide notazioni di verde sullo
•fondo, un affluire di prima giovinezza non torca,
come uu fiore appena sbocciato, l'altro nel domi
n io
di note generate da un velluto marrone contro
i ro>a del cuscino, il \erde cupo di una sagoma
d'ombra a -inUtra e lo sfondo su cui smuore l'om
bra portata di un telaio. Teorie creoli del volto; di-
\agare della luce artificiale su quel viso, su quello
-telo di corpo, un poco rigido che altri avrebbe
•Miasto dandogli una sagoma caricaturale; qui in
vece è rimasto succoso, profondamente espressivo,
pieno di carattere e, diciamolo pure, quanto mai
moderno.
Indugiate ora da\anti a queste «Trasparenze».
Na.'ce. canta dall'ombra dello sfondo vegetale la
signora di Liguria; le mani, le braccia, lo stare
inerte del corpo non vi ricordano forse come il
grande Leonardo conferisse alla posa ed alle mani
della sua « Gioconda » il voluto abbandono della
persona, per lasciar trionfare il mistero della bocca
e degli occhi? Non istituiamo paragoni; ci basti con
statare qui la \ihrante espressione degli occhi, della
bocca, il ricco diadema di capelli, la trasparenza
che \apora dalle stoffe lievissime suscitando nel
"irò del quadro l'ammirazione |»er così squillante
e dilagante ricchezza di bagliori e di vita. E' pro
prio la luce, povera e cara luce che tanta pittura
d'oggi ignora e che è nostra atavica ricchezza da
Caravaggio a Correggio, a Tiepolo. quella che si
conclude attorno alla fresca figura femminile nel
quadro: «Fra due luci». Quale varietà di espres
sioni fra la teoria delle molte signore che si avvi
cendano sulle tele di ('.avasanti! Qui. la persona è
parata con larghi tocchi e lievi di un \erde pisello
contro il cupo insorgere di rosse dalie: la luce av
volge da sinistra alle spalle la riguardante; spruzza
i capelli, sciama sulle pieghe delle stoffe, crea la
consistenza plastica del corpo, mentre una seconda
luce riflessa determina i lievi incarnati del volto,
sveglia discreta e signorile la musica dei toni. C'è
tutta l'aristocrazia di
><anti.
♦ ♦ *
Non concluderò >enza ricordare il ritratto assente
del mio biondo violinista morto a quindici anni e
che Cavasanti mi ha ridato, con l'armonioso « Pres-
senda » sotto il hracrio. l'archetto nella manina pal
lida e dietro i crilantemi «ul pianoforte. Gli occhi
azzurri guardano e proteggono papà che scrive.
ITALO MARIO ANGELONI