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dimenticare anche due artisti che furono

sempre assidui alle Esposizioni della « Pro­

motrice i pittori Giovanni Vaira e Guido

Montezemolo recentemente defunti. Vi è una

paretina dedicata alle loro opere. Giovanni

Vaira era assai noto specialmente nell’arte

del restauro: la serie di ritratti sabaudi che

si trovano all’ambasciata italiana presso la

Santa Sede, sono stati tutti riattati dal Vaira,

ma la nota predominante di questo convinto

otjpcentista, erano gli interni, le scene intime,

curate con amore con e quello spirito roman-

tico che era la sua essenza. Nella parete a lui

riservata sono infatti anche qui interni del

« Circolo degli Artisti >•e alcuni fiori. Delicate

pitture per ispirazione e per fattura. Il « Cir­

colo », di cui era un assiduo da anni, ha voluto

anch’esso ricordarlo con una mostra intima,

di casa. Vi sono paesaggi, nature morte, studi

di animali, tutto quel mondo che aveva col­

pito interessato la sua delicata anima.

Guido Cordero di Montezemolo aveva tra­

dizioni d’arte schiettamente piemontese: i

suoi quadri presentati a più riprese alle Bien­

nali di Venezia avevano richiamato l’atten­

zione su questo paesista lievemente roman­

tico che sapeva interpretare con tanto amore

i sereni colli dell’Astigiano o delle Langhe, o

le verdi valli alpine. Ma qui alla Mostra vi

sono anche vedute di Venezia: una Venezia

vista con gli occhi di un artista piemontese,

un po’ malinconica, romantica, ma molto

interessante. « Controluce >» invece è il suo

quadro. Un quadro di ampio respiro, che

abbraccia un tratto di vallata chiuso da un

baluardo di monti. Una pittura squillante,

una tavolozza ricchissima, con una gamma

di verdi quali solamente certe nostre vallate

ci rivelano. Nove sono le tele che il Becchis

ha scelto per onorare la memoria dello scom­

parso artista e nella loro varietà esse ci dànno

Montezemolo. Accanto ai paesaggi vi è anche

il ritratto della signorina P. O. ed un bozzetto

di figura che attestano come questo pittore

che tutta la sua vita ha speso a ritrarre e ad

interpretare il paesaggio del quale sentiva

tutto il fascino e con efficace spontaneità

riproduceva nei suoi ampli e variabili cieli,