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fermata, ordinata come quella, ma silenziosa
pacata quieta, di ragazzi che non sorridono.
Che sanno gli altri, quelli che sono usciti, della
vita? Nulla. £ giusto. Perchè attristare la loro
infanzia?
Che sanno della vita, costoro, costoro che
rimangono nell'altra schiera? Tutto.
Là dove i primi dicono: « la vita è il sorriso
di mia madre », questi secondi pensano: «la
vita è dura... ieri la mamma piangeva ». In
molte scuole, pochi.giorni or sono, U ho visti
bene, li ho guardati ad uno ad uno quelli che
rimangono. Hanno negli occhi, tutti, un'ombra,
e, soffusa sul volto, un'aria pensosa.
La scuola ora s'è fatta vuota: questi che
rimangono, sessanta, settanta, ottanta hanno
per sè le cure tutte degli insegnanti di turno,
di questi insegnanti che veramente fanno della
missione un apostolato; che privano sè stessi
della tranquilla serenità del desco loro di casa
per dedicare tempo e cure agli scolari delle
famiglie meno abbienti.
Due file
ora
ci
sono
fermate fra i rimasti:
l'una bianca, le alunne che portano il nastro
azzurro annodato nei c^ J b , l'altra Bora, i
maschietti, scendono seguendo le maestre od
i
maestri. — ordinatamente, tenaa sosoin-
geni, — ai refettori, ove c’è luce
morbida
e
tenuità di azzurro, ove si allineano le tavole
apparecchiate e disposte con simmetria, ove
per l'aria si spande ó profumo del vagheggiato
cibo.
Nelle cucine dai muri candidi risplendono
gli arnesi tersi lustri.
In tutte le scuole, alla stessa ora, si è pre-
C
arato la colazione per gli assistiti, secondo
i tabella dietetica studiata da medici com
petenti in modo che la somma delle calorie
sia sempre la stessa, vuoi che si serva carne
od altra vivanda.
Nessuno di essi parla, neppure ora che
sulle tavole è apparso il pavé, neppure ora,
mentre le inservienti scodellano la minestra.
Su tutti quei volti non v’è, ora, puoi cre
derlo, ombra di malinconia: ia natura ha i
suoi diritti, i la ancora nessuno dei ragazzi
sorride. Le due schiere sono allineate runa
sul lato destro l'altra sul sinistro: nella parete
di fronte leggi:
« Dona a tutti, Dio,
il pane quotìtfiano
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E gli occhi di tutti, gli occhi parinini del-
l'infanzia, gli occhi senz'ombra
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ma eoimi
di ogni luce, ai
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