

L'INDUSTRIA DELLE CONFEZIONI IN SERIE
La « confezione in serie » o, come altri vor
rebbe chiamarla, « confezione pronta i>, non
A
è popolare in Italia.
La mediocre situazione dell’industria delle
confezioni in serie risente in modo generale
della mancanza di intese e di sforzi concordi
delle tre categorie interessate (tessitori, con
fezionisti, commercianti); ma in modo parti
colare risente della mancanza di programmi
propri, e, quando essi esistano, della loro
impostazione fantasiosa, sovente pedissequa
di esperimenti che fanno testo pur essendo,
se non falliti, incapaci di dinamica.
Il mercato esiste: un mercato imponente.
Industriali del ramo interpellati sulle possi
bilità di sviluppo delle vendite, affermano
con convinzione che possono essere almeno
quintuplicate: ma come, dove, perchè, e con
quali mezzi, non sanno dire con chiarezza.
Con approssimato ragionamento e molte chiac
chiere fatte in ogni sede, anche e persino in
Corporazione, si identificano possibilità e man
chevolezze qua e là nei settori di produzione
(tessitori), o in quelli di vendita (grossisti
e dettaglianti), o di consumo: ma nessuno è
disposto ad ammettere che deficienze ci sono
pure tra i confezionisti e, prima fra tutte,
l’ignoranza più o meno forte dei bisogni
effettivi del consumatore.
Per questi motivi, lo studio del mercato
nelle tre dimensioni: ambiente, consumatori,
concorrenti e venditori; dovrebbe tendere a
dare le indicazioni più vicine al vero possibili,
e tali da servire all’istituzione di un program
ma produttivo e di una politica di vendita,
razionalmente concepiti per il funzionamento
di una vera e propria industria di serie delle
confezioni da uomo, da ragazzo e da donna.
Secondo stime fatte da industriali del ramo
e da considerarsi probabili ma incontrolla
bili, le vendite di confezione in serie in Italia
nel 1939 avrebbero avuto i risultati qui di
seguito segnati, che rappresentano sul valore
globale degli acquisti di articoli tessuti e di
abbigliamento che si compiono in un anno
nel Regno da 12 a 13 miliardi di lire, la per
centuale del 3,3 %.
capi
prrrzu medio
Vestiti da uomo (compirti e
i i ) ............................
S50.000
L. 225
................ 1.000.000
. 75
................
250.000
• 240
capi
prezzo medio
Soprabiti fantasia e paltò
90.000
» ?
Indumenti l a v o r o ................ 2.250.000
» 40
Confrz. da ragazzo (g loba li). 100.000
« 125
Imperni, fantasia per signora 100.000
» 250
Abiti sportivi (costumi • cal
zoni s o l i ) ............................
50.000
» 120
In definitiva si tratterebbe di un commercio
che tocca i 400 milioni annui di vendita al
pubblico. Ma poi quanti di questi capi siano
« confezionati di massa » e quanti siano di
« qualità * non è dato sapere, per cui se pos
siamo anche tener in certo conto il computo
in qualità dei capi venduti, dobbiamo dare
al computo in valore un... valore molto rela
tivo. Perchè per la classificazione a « massa
»
o a « qualità > si deve tenere presente non
solo il prezzo di vendita, ma il capo cui si
riferisce. Un impermeabile doppio tessuto, a
300 lire non è già più di massa come lo è
invece ancora un vestito completo (tre pezzi)
o un paltò.
Il consumo può senza dubbio essere enor
memente aumentato; e la stima sopra ripor
tata ne dà la certezza.
Se si volesse fare un rapporto con gli Stati
Uniti, col Paese, cioè, in cui più è diffusa la
confezione in serie, abbiamo che, secondo
quanto calcolò l’Lfficio Federale del Censi
mento, nel 1939 le vendite di abiti interi in
tutto il territorio degli U. S. A. furono di
capi 26.700.000 e di pantaloni soli di 17
milioni di capi, il che dà la percentuale del
57,5 % e del 37 % sul totale della popola
zione maschile dai 15 anni in su, esistente
negli Stati Uniti. Con pari percentuale, si
dovrebbero vendere in Italia
8
milioni e
mezzo di abiti interi e 5 milioni e mezzo di
pantaloni soli; e poiché il prezzo corrente
americano è di circa doli. 12,50 per i primi
e doli. 5 per i secondi, si raggiungerebbe da
noi un .importo di vendite tale da assorbire
oltrr due miliardi di lire soltanto per le due
confezioni esaminate! Ciò è per ora chimerico
sia per la mancanza di impianti sia per la
refrattarietà del mercato. Bla è indice delle
possibilità offerte all’industria della confe
zione in serie.
Teoricamente tatti gli nomini dai sei a
in
sa —
limitatamente alle sole sopra
(impermeabili, soprabiti, paltò) — e ta
le doaae d’ Italia sono da consideranti «