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La voga delle biografie, in tutte le varie acce
zioni, è stato uno dei fenomeni letterari più
notevoli di questi ultimi anni. Forse originato
da un rinnovato interesse all'uomo, alla grande
personalità come motore e protagonista di storia;
ed in parte certamente derivato dal desiderio di
ritrovare nella vita singolare di questi primi
attori della scena del mondo sostanza e materia
di romanzo. Romanzo di vita vera e vissuta
anche se, in certi casi di spinte romanzature
biografiche
,
la verità, o per il temperamento di
certi scrittori o per la mancanza di accertati
elementi realistici, era in molta parte inventata
e congetturale.
Il genere è tuttora attuale, pure se, a forza di
esagerazione e d'accentuazione della forma ro
manzesca, s'è placato nel pubblico più scaltrito
il gusto e Vamore per tale forma. Ed è sorta,
quasi per necessità d'equilibrio o per spirito di
reazione, Vesigenza di accostarsi al nucleo es
senziale della vita delle grandi personalità, di
conoscere e rilevare gli atti ed i fatti d'impor
tanza veramente fondamentale e di valore uni
versale.
A questa attualissima esigenza risponde in
pieno la collana di biografie
«
I grandi Ita
liani
.
diretta da Luigi Federzoni
(
ediz. Unione
Tipografico Editrice Torinese). Essa si pro
pone di dare un quadro del contributo recato
dall'Italia alla civiltà mondiale, attraverso la
presentazione di ciò che hanno operato le per
sonalità più eminenti del nostro popolo, nelle
successive epoche storiche e nei diversi campi
dell'attività umana. Vasto ed impegnativo as
sunto, come si vede, a cui la collezione adempie
magistralmente, abbandonando il metodo della
narrazione cronologico-biografico e fissandosi e
concentrandosi tutta sull'opera essenziale dei
vari personaggi.
Abbiamo sottomano il volume che Giotto Dai-
nelli ha dedicato a
Marco Polo,
a quel
«
Marcus
Poius Venetus Totius Orbis et Indie Peregri-
nator Primus
»,
come dice l'iscrizione di uno
dei più famosi ritratti del viaggiatore; e la sua
vita, il suo viaggio ed
II Milione,
guardati e
controllati al lume della critica moderna ce ne
mostrano netta e vivida e balzante la personalità.
C 'è da aggiungere che il Daindli, nel riandare
l'itinerario di Marco, nel visitare idealmente
con lui quei paesi e le genti s'è valso delle
proprie dirette informazioni e conoscenze per
sonali.
Strana e quasi misteriosa vita questa di Marco,
come avvolta daWalone di una nebulosa, in cui
date s'intricano e si confondono
,
in cui sono
anche vaghe le date della sua nascita e deOa
morte
,
e quel che traluce dei suoi avvenimenti
personali è per lo p iè affidato ai rapporto dei
suoi mirabili viaggi. Si i r e bbe che
»
secoli,
la
sorte
abbiano voluto, quasi annullando e can
cellando i segni della sua individualità con
tingente, far servire questa oscurità da sfondo
per maggiormente rilevare ed esaltare la sua im
presa e la sua figura di scopritore. Scopritore
a cui si deve la prima effettiva, concreta cono
scenza del continente asiatico, percorso dal Polo
quasi per intero, dai mari occidentali ai mari
dell'Oriente più lontano.
D'altra parte, tra tante nebulosità ed incer
tezze
—
non è più sicuramente reperibile a
Venezia nè la sua
casa nè la sua tomba
—
un solo avveni
mento della sua esi
stenza in patria, dopo
il ritorno dal viaggio
avventuroso durato ol
tre ventiquattro anni,
ha importanza fonda-
mentale per la sua
gloria e per il pro
gresso dell'
i
sa
pere. Ed è il periodo
della prigionia geno
vese, durante i cui ozi
Marco narrò ad un
compagno di cattività, certo Rustichello da Pisa,
un modesto rifacitore di romanzi arturiani, le
proprie vicende avventurose.
In quanto al ritorno dal lungo periplo
—
com'è noto Marco giovinetto compì il viaggio
in compagnia del padre Nicolò e dello zio
Matteo
—
si racconta che
«
quando essi giunsero
alla loro vecchia casa, a stento furono ricono
sciuti dagli stessi famigliaci: tanto erano mu
tati dall'aspetto, e ricoperti di grandi gabbane
mòngole
—
ma sbiadite e logore per U lungo
uso
—
e dimentichi, quasi, della dolce cadenza
della lingua patria. Ed allora essi vollero adu
nati tutti i parenti ed i vecchi amici della fa
miglia ad un banchetto sontuoso. E vi compar
vero con ricche vesti seriche di chermisino
,
come
usavano i gentiluomini di quel tempo; ma lungo
il corso del banchetto si ritrassero, per compa
rire con altre vesti, tutte di damasco; poi nuo
vamente con altre ancora fatte di velluto. E
S
indo il simposio fu alla fine
,
fecer portare
servi le vecchie e sbiadite e logore gabbane
e le tagliarono, per farne uscire tesori di rubini
e di diamanti, di zaffiri e smeraldi, rutilanti
d'agni colore e d'agni luce. Così riuscirono ad
essere riconosciuti pienamente
».
Sia vera o pur
no ouesta narrazione essa è colma di senso
favoloso e dice
,
appunto, di quelTatmosfera di
sorpresa e di stupefazione in cui i loro condita
»
dini dovettero apprendere e salature il ritarmo
ed ascoltarono lo meraviglie che Marco raccam
tava del lungo, faticoso peregrinare. Un peregri
nare por torre o per mari, attinsmn mtiaiam
e deserti
,
fra cUmi gelidi • tropicali, maméi a