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L

I

B

R

I

Al tempo in cui erano

di

moda i

referendum,

le indagini e gli scandagli sulle varie opinioni

,

anni fa. una rirista interpellò gli scrittori ita­

liani perchè dichia­

rassero. confessassero

il loro credo artistico.

Com'era da preveder­

si. in rapporto ai di­

versi temperamenti e

concezioni in questo

agitato campo dell'ar-

te, sì ebbero le più

varie dichiarazioni.

Ma molti si richiama­

rono alla realtà

,

alla

vita, all'umanità, al­

l'aderenza realistica,

ai motivi umani, in­

tendendoli e presen­

tandoli come gli unici

plausibili temi e procedimenti ispiratori capaci

di giustificare il lavoro e gli obiettivi di uno

scrittore.

E pochi, anzi pochissimi, fecero appello alla

fantasia, all'immaginazione, come a molle e a

motori validi a creare un sopramondo, una sopra­

realtà, un'evasione dal contingente, artistica­

mente più che legittimi, oltre che capaci se ade­

guatamente utilizzate, di investire l'artista com­

pito ambizioso di completare l'opera della crea­

zione.

Qui non è il caso di rinvangare o di risusci­

tare dalle ceneri una vecchia e vivace polemica

letteraria; ma ci si permetterà, tuttavia

,

di af­

fermare che molta narrativa odierna è priva

d'assillo fantastico, manca di slancio imma­

ginativo perchè ha timore di compromettersi.

Segue una specie di modestia politica di casa,

attaccata tenacemente, come un'ostrica, allo sco­

glio della realtà. E contenta a tale

«

quia

»

ri­

nunzia ai rischi ed anche alle prospettive mi­

rifiche di un'ardita navigazione...

Di simili timori, è evidente, non soffre Mario

Soldati

,

che con

La verità sul caso Motta

(

ediz. Rizzoli, Collezione

«

Il Sofà delle Muse )

ci dà un romanzo fantastico-poliziesco d'alto

tono letterario

,

in cui Cestro inventivo e

f

umore

ironico presi per mano conducono disinvolta­

mente la narrazione. Ci si raccontano le vicende

delTavvocato Gino Motta, un giovane ed oc­

chialuto professionista, timido e reticente e sfar-

infinto

innamnratn tli tuHp lp

—-*

il

a seguito di una repulsa, scompare in circo­

stanze misteriore. Il mistero da un lato si ad­

densa e s'infoltisce per quanti sforzi si facciano

per dipanarlo, e dall'altro è chiaramente sve­

lato dall'avventura in cui l'avvocato Motta è

trascinato. Egli, infatti

,

sta vagando, solingo

e triste per una baia deserta in cerca d'oblio

e di consolazione quando vede, bellissima e ca­

lamitante, una sirena. E , dibattendosi tra la

sorpresa ed il desiderio non sa resistere al suo

invito, e la segue nell'abissale residenza sotto­

marina dove si placherà e si sazierà del suo

amore. In quale modo l'avvocato possa resistere

e vivere e respirare nell'acqua come se si tro­

vasse nel suo naturale elemento ci spiegherà il

prof. Pallavera con la geniale e pazzesca. ad

un tempo, teoria dell'ittiomorfismo umano. Certo

si è che Gino

,

abbandonata la terra

,

e gli in­

ganni e l'incomprensione delle donne, si trasfe­

risce nel regno dei pesci e delle sirene, si fa ini­

ziare alle loro pratiche e riti sotto la guida di

Juka, e li adotta felice. E allorché riemerge, tre

mesi dopo, a causa della cattura di Huos

,

lo

squalo su cui montava come su una pacifica

cavalcatura, ed è trasportato su una spiaggia

si ritrova sulla terra fisicamente e moralmente

trasformato, smemorato ed irriconoscibile. Tanto

irriconoscibile che non lo ravvisa neanche la

madre, la quale avvertita da una lettera va a

trovarlo al manicomio dove l'hanno ricove­

rato.

Il romanzo, che si avvale di un curioso mon­

taggio cronostico tendente a dare avallo e con­

ferma di realtà a questa ben congegnata inven­

zione, ha situazioni

,

momenti e pagine bellis­

sime. Sopratutto quelle che si riferiscono al

soggiorno sottomarino delTavvocato Motta

,

a

quella vita trasparente ed incantata in cui egli

si muove ed agisce con la disinvoltura, la spon­

taneità di un vecchio e non estraneo abitatore.

E da notarsi anche il sottinteso ironico, l'aria

leggermente 'aricaturale con cui il Soldati di­

segna certi tipi e figure ed ambienti ottocen­

teschi.

Un tono rapidamente e sobriamente ammic­

cante, che

,

su di un altro terreno

,

ci riportano e

ci ricordano certe scene e personaggi del regista

di

Piccolo Mondo Antico.

Che questa sia una

riprova, quando previde in un autore una netta

e chiara linea di gusto e di ispirazione

,

dei

sempre valido postulalo estetico deWunicità delle

arti?

LA VERITÀ |

jr

»