Table of Contents Table of Contents
Previous Page  508 / 1325 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 508 / 1325 Next Page
Page Background

*■ »■■!» C**olo vincftor* M a Targa >»tri«al • L

wm

ZaMtti il»[IIIri

M Campimiata h fa n li M ia 68

recato in Riviera ad allenarsi) e poscia Covolo ed

Antolini si imposero in gare nazionali, destando

una profonda ammirazione, ma non stupore perchè

ormai gli appassionati del popolare sport ciclistico

(che attraversa ora il momento del suo massimo

splendore per la larga diffusione che ha preso Fu­

tile ed utilitario veicolo) hanno imparato che quan­

do gli adeti piemontesi si mettono di buzzo buono

non c 'è più nessuno che li fermi.

E

di già che ci siamo facciamo una brevissima

cronistoria della prima parte della stagione cicli­

stica dei dilettanti. In principio di stagione i mi­

lanesi Conte e Rogora unitamente al piemontese

Giacometti (che al pari di Antolini corre per il

Dopolavoro Cogne di Aosta, ma devono conside­

rarsi torinesi perchè hanno quasi sempre dimorato

nella nostra Provincia) dominavano il campo. Ma

si trattava delle prime gare, nelle quali più che la

classe gioca la preparazione. Eppoi erano tutte gare

facili, nel senso che erano disputate su percorsi

brevi e pianeggianti. Ma vennero poi le prove con

percorsi misti e su chilometraggi più rilevanti, pro­

prio mentre si entrava nel cuore della stagione. Il

fattore preparazione ormai non era più in gioco

perchè tutti, chi più chi meno, avevano avuto il

tempo di allenarsi a dovere. Coti a

poco

a

poco

ai

nomi dei Conte e Rogora si sostituirono quelli dei

piemontesi Covolo, Antolini, Ricca (ddl'U . S. Au­

sonia di Torino), Fulcheri (del Day lavoro Lascia

di Torino) e Ferraris (del G. C. Alessandrino) oltre

a quello già impostosi di Giacometti che però, a

differenza dei milanesi, non solo teneva duro, ma

migliorava persino la forma roll'avanzare della sta­

gione. Unitamente ai piemontesi si posero in luce

gli emiliani Cervellati, Buriani ed Elio Zanotti, il

faentino Ortelli, i toscani Bresci e Bessi, i veneti

Novello, Smanio, Sperandio e Menon, i lombardi

Zaffaroni e Chinetti, i romani Di Nardo, Pontisso

e Gregori e qualche ligure. Nel contempo altri pie­

montesi, quali Zanotti L. (secondo arrivato nel

campionato italiano di corsa campestre della G.I.L.

e vincitore nel campionato federale) e Manfredi,

Lolli, Bertaina, Danella (tutti del Dopolavoro Lan­

cia) insieme a Trincherò, della S. C. Vigor, otte­

nevano affermazioni degne di rilievo.

Però si giudicava, sino a poco tempo fa, in base

ai risultati a sè stanti di ogni singola corsa e non

già in base a confronti fra i migliori. L'occasione

doveva venire con la Coppa « Raffaele Garinei »,

disputatasi a Roma e che riuscì prova generale drl

campionato italiano. Il teatro della gara era severo

quanto bastava per restare sicuri che il vincitore,

imprevisti a parte, non poteva essere che il migliore

corridore italiano della categoria. Ed il risultato

quale fu? Che al primo ed al secondo posto si clas­

sificarono Antonio Covolo ed Andrea Giacometti, le

due vedette del dilettantismo italiano.

Come se non bastasse, il magnifico risultato ro­

mano veniva ribadito nella Targa Facciani svoltasi

a Torino, nella quale però ad onor del vero il con ­

fronto interzonale avvenne a quadri molto ridotti.

Tuttavia per la magnifica prova sostenuta e per la

netta superiorità dimostrata sugli altri concorrenti,

Covolo, che vinse in volata su Godio (l'ind ipen ­

dente novarese che corre per il Dopolavoro Bem-

berg di Gozzano), Antolini e Trincherò, fece scom­

parire ogni velo di dubbio sul suo reale grande va­

lore, se pure dubbio doveva essercene ancora.

Antonio Covolo, corridore eclettico come forse

nessun dilettante in Italia (i frequentatori della

pista torinese l'hanno visto trionfare anche davanti

ai velocisti ed a compiere certi inseguimenti da far

sbalordire), ben costrutto (i muscoli longilinei delle

sue gambe e le caviglie sottili come quelle d'una

gazzella sono lì a dimostrarlo) ed intelligente quanto

basta per non farsi mettere nel sacco dagli avver­

sari, quando la testa gioca più delle gambe, è que­

st'anno alla sua quinta vittoria su otto corse dispu­

tate (con in più il secondo posto nella Coppa del

Re Imperatore) ed ha davanti a sè, coi suoi »ea-

t'anni, .tutto l'avvenire. Per i suoi successi nelle

annate precedenti (ha vinto anche in campo inter­

nazionale) e per le vittorie conseguite ndl'attuale

stagione, Antonio Covolo (che corre dall'inizio

della sua carriera per il Dopolavoro Maggiaai di

Tana», vale a dire per uno dei Migliori sodalizi)

si fa considerare il migliore dilettante d'Italia.