

circostante natura. Non solo. Non solo i ferraresi,
sopratutto Dosso Dossi, e Piero di (.osimo eoi suo
talento fantasioso. avevano inventato una realtà na
turale rhe rispecchiava i sogni «Ielle loro immagi
nazioni mitiche: ma per tutto il Seicento e tutto il
Settecento, da Salvator Rosa al (lanaletto, dal Pan-
nini al Magnasco. dal Ricci al Guardi, il paesaggio
cui Tiziano e Tintoretto. i Rassano e il C'aliari ave-
\an dato talvolta eccezionale importanza di com
mento all azione dei loro persona li sacri e profani,
a poco a poco era diventato il vero protagonista del
quadro.
E tuttavia questo paesaggio serbava ancora l'im
pronta e le redole della classicità. Era essenzial
mente opera di fantasia. L'uomo lo creava secondo
la sua \olontà e il suo talento. Non era un atto di
dedizione. ben-i il frutto di una disciplina spiri
tuale. Soltanto l'impeto romantico, subordinando
:*l sentimento la ragione, avrelitte potuto portare la
rappresentazione della natura allo stesso grado della
rappresentazione dell'umanità, elevarla a dignità di
indagine psicologica. considerarla come la confes
s io n e
di uno -tato d'animo, (liò che immediata
mente ci fa distinguere un paesaggio dell'Ottocento
da un paesaggio dei secoli precedenti non è tanto
la qualità della pittura quanto appunto il senso
di assoluta indipendenza che la natura, nella sua
traduzione pittorica, assume e rivendica nei con-
fronti dell'uomo. Si chiami Coro! o si chiami Fon*
tanesi, il grande paesista del secolo scorso sa creare
poesia e commozione coi puri elementi di una realtà
inanimata, erlie ed acque, colli e pianure; e la sua
eloquenza si fa persuasiva ed avvincente raffigu
randoci un mattino od un tramonto min meno di
quanto lo era quella del pittore classico che ci di*
spiegava sotto gli occhi il tumulto di una Crocefis-
sione o la soave serenità di una Sacra Famiglia.
Pensiamo quindi che l'autentico paesista non
po>sa essere che — indipendentemente dai limiti
cronologici che dividono in arbitrari periodi la
storia dei predomini delle passioni umane — un
sincero romantico. Pensiamo anzi che
se
la pittura
paesistica euro|»ea d'oggi non ha più saputo ritro*
vare i caldi accenti di quella ottocentesca, ciò non
sia affatto imputabile ad una diminuita capacità di
rappresentazione pittorica, ma soltanto ad una me
nomata sensibilità romantica. Kd è forse questa la
ragione per cui la maggioranza dei quadri di pae-