

inaino alla virtù visuale, e ogni simile corpo
empiere tutta la antiposta aria della sua simi
litudine. Ogni corpo per sè, e tutti insieme
fanno il simile, e non solamente l’empiano
della similitudine della forma, ma eziandio
della similitudine della potenzia.
Non si ved’elli tutto il giorno pe’ villani
quella biscia, chiamata lamia, attrarre a sè
il lusignolo come calamita il ferro, per lo fisso
sguardo, il quale con lamentevole canto corre
alla sua morte?
Ancora si dice il lupo avere potenzia, col
suo sguardo, di fare alti omini le voce rauche.
Del bavalischio si dice avere potenzia di
privare di vita ogni cosa vitale col suo vedere.
Lo struzzo, il ragno si dice covare l’ova
colla vista.
Le pulzelle si dice avere potenzia nelli occhi
d'attrarre a sè Tamore delli omini.
Il pescio detto linno, alcuni lo dicano di
Santo Ermo, il quale nasce ne’ liti di Sardigna,
non è elli visto da li pescatori, la notte, al
luminare co ' li occhi, a modo di
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candele,
gran quantità d ’acqua, e tutti quelli pesci
che si trovano in detto splendore, subito
vengon sopra l’ acqua rovesci e morti?
LEONARDO DA VINCI
Angelo della sera, reclinato
l’ intento viso a ricercarmi il cuore,
posi le labbra più lievi d’un fiore
su la pietra dolente del costato,
tocchi la chiusa vena, sciogli Tonda
del sangue — e tutto il sangue fogge via,
rapito fiume di malinconia,
dal fuoco della mia ferita fonda.
Angelo della notte, oh chiudi l’ale
delle tue braccia sopra questa oscura
antica pena della creatura,
tu che sei l’ innocenza immemoriale.
Lega il nodo dei trepidi ginocchi
su questa delirante ansia d’ amore,
tu che dissolvi il mondo e il suo dolore
nell’ infinito d’ oro dei tuoi occhi.
Angelo della nuova alba, del primo
grigio barlume tra le imposte rade
(c’è giù qualcuno che spazza le strade,
o forse è il vento, il soffio mattutino),
sento i tuoi muti singhiozzi tremare
lungo la seta dei capelli sparsi
tra le mie mani, e da questi occhi arsi
le tue lacrime nascere e colare.
O H M V A I M I