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CAMMINO DI

V A L I N O T T I

C. era una grande casa di campagna, prima di

questa guerra, alle Masse del Lingotti) e vi abitava

I )omciiico Valmotti con dei quadri di Bosia, dei mo­

bili di Connetti. Vicino cera uno stagno. Di là si

\cdeva la

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iat, si sentiva la vicinanza del Po, della

strada ferrata, del campo di Miratiori.

Un punto speciale, insomma, per guardare in—

Meme la città e la campagna, ascoltare insieme il canto

dell allodola e lo scoppio dei motori.

Bosia, Cornetti, Bistolfì, Buratti, Manzone. Dei

1101111 legati da una storia clic interessa l’arte piemon­

tese di questa prima metà di secolo, in un momento

curioso di essa: di quando, cioè, modi svizzeri, au­

striaci e tedeschi, certe propaggini della Secessione di

Monaco e di Vienna, erano entrati nel costume arti­

stico di quaggiù. Facile citarne la centrale italiana di

diffusione, la Biennale di Venezia: meno agevole a

chiarirsi il senso di certe influenze nel Piemonte e per­

chè specialmente da noi, per che via, per quali tramiti.

L ’estetic.

ico Thovez, il florealismo di Leonardo

Bistolfì, la fortuna di alcune opinioni sociali, sono da

tenere nel dovuto conto, secondo i loro limiti prò-