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“ Il fico ,, - Quadriennale Torino 1946

vinciali, per spiegare alcuni aspetti di tatti accaduti

quando Lorenzo Dcllcani e Marco Calderim erano

ancora ben vivi ed operanti. Nella prima giovinezza,

ordunque, di Domenico Valinotti, un rivoletto di quel

Secessionismo, di quei vizi e di quelle virtù, giunse

tino alla casa artondata nelle Basse del Lingotto, ma

non tu di tale potenza da tar variare sensibilmente il

livello del tranquillo stagno che specchiava la casa.

Le ultime vicende di guerra hanno fatto scempio

di qucH'ameno luogo e non tutte le cose che una

volta vi stavano in pace, il pittore ha potuto salvare

per ordinarle nell'alloggio urbano che adesso abita.

Tra quelle salvate, certi mobili, appunto, accurata­

mente disegnati dal Cornetti secondo la moda austriaca

del 1910 e 1111 gran quadro di Bosia eseguito al tempo

in cui le persone di gusto vigilato credevano che

Laermans, Mestrovitch, Hodlcr, e poi in seguito \Vildt

ed Egger Lienz tessero dei geni. Attenti, ragazzi

d’oggi, agli idoli tragili...

Ma, a dire il vero, della sua generazione ed in

quell’ordine del gusto o della moda che dicevamo,

Domenico Valinotti s’ò trattenuto poco e soprattutto

quale pittore di figure caratterizzate fortemente ma

prive di certi aspetti retorici che per lo più a quel

momento di riferiscono.

Pittore di paesi deve essere soprattutto conside­

rato e, oltre che dei dintorni agresti della sua

vecchia casa, di quei motivi suburbani che più