

menti terreni, .1 tutto ciò che nel mondo riluce c
affascina... Ora non è umanamente possibile questa
triplice elaborazione intima, introspettiva e quasi se
creta ili un cuore die
m
ribella ai sensi, questa predi
sposi/ione molteplice al sacerdozio, questo avvio spon
taneo verso una stessa mèta di passionalità evangelica,
ove tosse mancata, non I imposizione coatta, avver
sata dal labbro, ma la costante preparazione materna,
che non punta affatto alla professionalità ecclesiastica,
belisi alla elevatezza spirituale, che stacca I individuo
dalla propria individualità, e lo fa agnello di sacrificio
ardente in mezzo agli uomini sperduti e angosciati.
Il
quarto dei maschi vivi, quintogeniti' tra 1 fra
telli. Verecondo Agostino, tu pittore.
I
biografi del Santo e quanti testimoniarono per
la santificazione riferiscono concordi che
il
piccolo
Giuseppe «benché di pochi anni • misurasse un
dì
le
stanze della sua casa « perchè desiderava, un giorno,
riempirle di letti per 1 poveri interini •>. Manifestazione
evidente
di
una predisposizione all’esercizio della ca
rità e attività viva dei doni ricevuti dallo Spirito Santo.
Tuttavia, senza irriverenza alcuna, senza scalfire leggi
che sono imperscrutabili e pur palesi della Divina
Cìrazia, più umanamente credo ravvisare in quell'atto
semplice d'amore, un tratto, uno sprazzo, un rilucere
della premurosa sollecitudine materna, che aveva sa
puto condurre Dio
ne ll'an im o
del suo piccolo attra
verso l'esercizio della carità.
Docile, premurosa, impetuosamente amorevole,
mamma Benedetta sapeva anche, con dosata energia,
frenare l'esuberanza sanguigna del siu> primogenito,
il quale era un cavallino brado che ricalcitrava sovente.
Scattava con veemenza alla più piccola contrarietà,
rompendo inconsapevolmente i armonia della sua abi
tuale indole serena: ed era la inanima che, paziente-
mente. con soave ansia, mormorando appena dolce, a
fior di labbro: «Giuseppe!
lo ratteneva e lo ricon
duceva alla calma, al sorriso, a quello slancio di sin
cero rammarico che gonfia il cuore e ta dire, pro
rompendo: « perdono! »
C ’è m questi atti di Benedetta Clnarotti una na
turale disposizione alla sollecitudine materna, quella
sollecitudine innata, che D io non ha negata neppure
alle bestie; ma c’è altresì 1111 ben preordinato metodo
educativo, che trova le sue tonti nel buon senso e nella
intelligente avvedutezza di chi, senza aver letto trat
tati di psicologia e didattica, non eccede nei castighi
o nell'indulgenza, ma provvede a mettere d ’accordo
l'affetto col dovere e la misura delle correzioni col
temperamento deH’educando.
Così, pietra su pietra, la mamma avveduta costruì
il carattere della propria creatura. Diede una perso
nalità corretta all'indole tumultuariamente impulsiva.
Ripetè costantemente al figlio: « Dio ti vede! »con
insistenza 11011 tediosa. Mirò a suscitare un istante di
meditazione. E vi riuscì. Tant’è che provocò nel ra
gazzo, sensibilissimo, una reazione persistentemente
ammonitrice. Scrisse la frase, a grossi caratteri, sopra
una parete della casa, la riscrisse sui libri, la ripetè ai
fratelli, ai conoscenti, .11 compagni, ai ricoverati della
Piccola Casa; sonoro come una campana che diffonde
le proprie vibrazioni, vibrante come l’eco che si ri
percuote tra monte e monte, tra valle e valle, traendo
il suono dal ricordo, chiamandolo dal cuore dove
stava raccolto sempre vigile e dove la mamma l’aveva
serrato con l atto umile e quasi ingenuo del suo prov
vido amore.
Angela Benedetta Chiarotti non predilige affatto
il primogenito trascurando gli altri figliuoli. Tutti
vanno verso la Grazia sollecitati dal suo vivo interes
samento. Non c’è nessuno clic traligni in quella casa;
e le lettere che fratelli e sorelle, adulti, si scrivono vi
cendevolmente, anche per trattare questioni delicate
d’interesse, denunciano subito che quella intimità fa
miliare, queta e soave, tutta comprensione, sobria c
composta, assennata e sbrigativa, alla campagnuola,
porta l'impronta incancellabile della indefessa, instan
cabile, provvida vigilanza materna.
Interviene a troncare, calma ed energica, anche 1
più insignificanti attriti, così facili a scatenarsi tra i
bambini. E quando 1 bambini saranno tutti adulti,
non inasprirà con parole incaute, con interventi pre
cipitosi e molesti, quelli che saranno poi, e che ab
biamo accennati, i disaccordi tra il padre e i tigli sul
modo di condurre gli affari. Nessuna lettera della
mamma — tra le poche raccolte e che sono torse,
le uniche scritte — lascia intravvedere l’ombra di tali
dissensi. Ma ella sa: ne è pienamente a conoscenza.
Fu quello 1111 accavallarsi di nuvoloni neri, per un
istante turbinoso, che però non diventò mai minac
cevole. Poi il cielo ridiventò azzurro terso.
Possiamo proprio dire, perchè non c’è nero sul
bianco, vhe Angela Benedetta Churotti tosse estranea
alla schiarita ?
Cert e che quando la mamma, a scssantaquattro
anni*, chiuse gli occhi per sempre, tutti quei di casa
l’assistettero premurosi: e sincero tu il cordoglio dei
tigli e amara la solitudine dello sposo.
GIOVANNI BITELU
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