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cultura per le quali Camillo Cavour e l’ Associazione

Agraria Subalpina avevano iniziate feconde discussioni.

La libertà di commercio da alcuni anni introdotta,

nonostante le proteste degli interessati, cominciava a

dare 1 suoi frutti. E qui voglio ricordare il primo ten­

tativo di una « topografia industriale » che la Camera

di Agricoltura e Commercio aveva pubblicato, in ag­

giunta alla relazione di queU’esposizionc, segno assai

evidente dell'importanza che si cominciava ad attri­

buire allo sviluppo presente e futuro dell'industria

torinese.

Alla quale concorsero certamente le nostre fab­

briche d armi di Valdocco, il R. Arsenale, primo nu­

cleo del nostro futuro complesso metal-meccanico,

che creò sul mercato del lavoro i primi gruppi spe­

cializzati, e le «officine ferroviarie » ove oltre alle mac­

chine utensili si iniziarono le costruzioni dei ricambi

per materiale rotabile viaggiante sul primo tratti»

della Torino-Cienova (Torino-Moncaheri, 24 settem­

bre 1X4X) ad una velocità inferiore a quella dei bersa­

glieri di Lamarmora che avevano sfidato il convoglio...

Sette canali, tra cui quello di (ìrugliasco, quello

della IVllcrina, quello detto «Canale nuovo » e quello

del Regio Parco alimentavano le macchine idrauliche

dei vari stabilimenti distribuiti in Torino e periferia (1).

cui più tardi doveva aggiungersi la realizzazione di

1111 grandioso progetti» dell’Ing. Sommeiller diretto a

creare uno stabilimento centrale produttore di energia

motrice idraulica.

3.

- Il Piemonte e Torino 111 particolare vede

quindi attorno il 4X iniziarsi quello sforzo per la rea­

lizzazione di 1111 piano industriale che una commis­

sione municipale farà suo nel 1X62. Presieduta dal

Sindaco Marchese di Rorà e diretta per la parte tecnica

dall’lng. Germano Sommeiller, segnerà 1111 momento

decisivo per la storia futura della città la quale, visto

segnato ormai, per gli eventi politici il suo destino

come capitale del Regno, realizzerà invece la predi­

zione di Michele Lessona, trasformandosi da capitale

politica in capitale economica che verrà visitata non

solo come «culla della redenzione d’Italia, ma anche

come città fiorente di prosperità dovuta al lavoro ».

Ma intanto con la fondazione di istituti bancari,

quali il Banco di Genova (1X44) e la Banca di Tonno

(1X47) e poco dopo la Banca Nazionale degli Stati

Sardi, nata dalla fusione delle due precedenti banche

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(1X49), da cui deriverà poi più tardi la Banca d’Italia,

si veniva a gettare le basi di quel sistema di credito

che poco alla volta sposterà la tendenza degli investi­

menti degli ultraconservatori cittadini piemontesi da

agricoli a mobiliari, moltiplicandosi cosi le siKictà

anonime per quanto gli impieghi immobiliari e in

« rendita » (1 nostri nonni ancora oggi credono la

« rendita ■* I impiego più sicuro) rappresentassero i si­

stemi d investimento tipici per molti e molti anni.

L’industrializzazione avverrà solo lentamente su­

perando difficoltà e diffidenze grandissime.

Sarà l’opera di uomini probi e risparmiatori che

sapranno poco per volta sostituire alle vecchie forme

e sistemi, cui la vecchia casta militare e feudale era

ancora abbarbicata, nuovi istituti creatori di nuove

correnti e rinnovate usanze.

Ma prima di intraprendere la grande lotta indu­

striale il popolo di Piemonte dovrà lottare contro le

asperità

.1, contro le ostili brughiere, la terra

matrigna. Contro le roccie alluvionali quaternarie

delle zone collinari, contro l’altipiano generalmente

asciutto, contro le « baraggic », contro le colline ar­

gillose delle Langhe, le zone collinari soverchiamente

temporalesche, il suolo cretaceo, contro i terreni su­

baridi. Sicché negli anni seguenti, tra il moltiplicarsi

di energie rinnovate e di attività fidenti, sorgono le

industriose riforme, s’affermerà la inedia.^ poi la

grande industria che attirerà nella città capitale le

nuove forze proletarie: mentre la popolazione s’ac­

cresce si confermerà nelle moltitudini la tendenza a

considerare i problemi dell’esistenza sociale come pro­

blemi di massa per i quali sarà necessario l’intervento

di officiati difensori parlamentari.

E con lo svilupparsi dell'industria si abbellisce la

Città, si popolano i borghi, occupando i prati c i sen­

tieri digradanti verso le rive del Po, si migliorano le

piazze centrali, sorgono chiese e giardini accoglienti.

Borgo San Salvario, Piazza Carlina, Piazza Madama

Cristina, Piazza Carlo Felice, la regione Vanchiglia, i

viali ombrosi e 1 palazzi con i portici simmetrici del

Corso Vittorio Emanuele confermano il divenire in­

cessante di una città che sempre più veniva visitata

dallo straniero che un giorno la disertava, forse, come

dice il Lessona, per la monotonia delle sue piazze larghe

c lunghe, per la sua vita uniforme, raccolta c quieta,

per l’aspetto severo dei cittadini. A mezzo il se­

colo XIX nuovi motivi d’esistenza attireranno in­

vece Italiani e stranieri nella città industriosa e

benefica.

ANTONIO FOSSATI

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