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Commetterebbe un grave errore chi, considerando l'e­

spressione

Torino Esposizioni,

si riportasse con l'immagi­

nazione alle

Esposizioni di Torino;

chi cercasse nella

illustrazione, nelle fotografìe o nella realtà dei paragoni, dei

riferimenti, delle analogie tra ciò che sono state le grandi

esposizioni torinesi del

1884,

del

1898,

del

1911

e quanto

viene realizzato nel complesso di opere che va sotto il

nome di

Torino Esposizioni.

Da molte decine di anni e fino all'inizio della seconda

guerra mondiale, il modo classico di celebrare la ricorrenza

di un avvenimento, consisteva nelForganizzare nella città

che ne aveva l'iniziativa 0 l'incarico, una esposizione che,

a seconda dei casi e dell'importanza e della natura della

celebrazione poteva essere locale 0 nazionale 0 intemazio­

nale, limitata a determinati settori della vita sociale ed eco­

nomica, 0 estesa a tutti i campi della produzione.

Da molte decine di anni le esposizioni avevano tutte

la stessa caratteristica basilare: costruzioni provvisorie 0

semipermanenti di legno

0

di cartai està, che duravano Itene

0 male per i pochi mesi 0 le poche settimane delfesposi­

zione e poi venivano demolite, città ejjìmere e Jantastiche

che sorgevano e sparivano con vertiginosa rapidità. Alcune

di queste esposizioni raggiungevano talvolta una fama e

una risonanza che varcava i confini della nazione e dei

continenti; alcune lasciavano strascichi di ricordi che str­

iavano di modelli (da superarsi) per le manifestazioni

avvenire.

La guerra ha sconvolto molte cose; per l'Italia è stata

particolarmente deleteria e rovinosa e chi avesse pensato a

celebrare il centenario de!

1848

a Torino con una esposizione

che ricalcasse le orme di quelle famose del passato avrebbe

senz'altro costruito sulle nuvole, noti essendo concepibile

che potesse riuscire la costruzione di una città provvisoria

quando c'è da ricostruire tante opere distrutte, non essendo

moralmente ammissibile un simile spreco di energie (anche

se produttivo) quando ci sono necessità impellenti e inde­

rogabili.

E ' cosi sorta l'idea che è stata attuata e che è ormai

a tutti nota che le manifestazioni, che costituiranno nel

loro complesso

Le celebrazioni torinesi

del centenario

del

*48.

si svolgeranno a cicli, a gruppi proiettati e ordi­

nati nel tempo il che permetterà anche un afflusso regolare

e diradato di visitatori che sarebbe impossibile accogliere

ove arrivassero tutti insieme.

Ma per accogliere in sede degna e adatta queste varie

manifestazioni occorrevano gli ambienti idonei. Fu così

che sorse e venne attuata Fidea di costruire un complesso

di edifici che potesse accogliere mostre e fiere di vario ge­

nere, grandi e piccole, di breve durata 0 protratte nel tempo,

locali dove si potessiro svolgere spettacoli all'aperto e al

coperto, nella Itella e cattiva stagione.

Tonno-Esposizioni,

vuole essere appunto un com­

plesso di locali adatti a manifestazioni del genere, costruiti

non più con criteri di provvisorietà e di precarietà, con

legno e cartapesta, ma con solido cemento armato a carattere

permanane e duraturo da servire per quest'anno e i succes­

sivi, da costituire un caitro permanente per spettacoli e per

manifestazioni varie.

Il complicato problema costruttivo del Palazzo delle

Esposizioni

che sorge sulFarea occupata dalFex palazzo

della Moda gravemente danneggiato nel periodo bellico