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CINEMA

Anchc il cinema, com e il teatro, in estate va in

villeggiatura: locali chiusi e vecchi film a cosidetto

<• successo » sono, intatti, il quasi totale bilancio cine­

matografico di questo mese di luglio, a cui tanno

eccezione soltanto alcune

«

prime visioni » artistica­

mente assai mediocri.

A film come

Fantasma galante

di René C'Iair,

Stiratogli, Intermezzo

cd

II granile valzer

,

si sono intatti

alternati sugli schermi cittadini pellicole assurde come

Lo strangolatore ih Brininoti,

melodrammatiche come

Sorvegliato speciale

e sfocate come

II diario di mia came­

riera.

Unica eccezione.

Gli eroi del Palifico

di Dm y tryk ,

un film condotto con una rigorosità ed una tecnica

perfette, che ci presenta, arricchito e trasformato,

queU'argomento già tanto sfruttato che è la guerra,

la resistenza degli oppressi, la vittoria delle armi

americane... Il tutto, però, realizzato in modi» cosi

mirabile da farci rivivere, per 120 minuti, tutta l’an­

goscia degli ultimi anni: la vita di tutti 111 cui tutti

possono riconoscersi, perche il pianto del popolo

filippino — che il film ci fa vedere — è anche il nostro

pianto di allora, così com e è stata nostra la sete di

libertà che cova nel sin» cuore; nostra è anche la gloria

degli oscuri eroi della guerriglia e la speranza che

sostiene contri» la violenza ed il terrore, tino al giorno

della vittoria.

Più che un film.

Gli eroi del Pacifico

è un documen­

tario di guerra 111 cui episodi e figure si staccano come

111 un bassorilievo. Protagonista perfettamente a posto,

|ohn W aync, di una sobrietà di gesti e di tono vera­

mente encomiabili.

Degli altri tre film summenzionati, da dire c ’è

ben poco. Il primo.

Lo strangolatore di Brighton,

rac­

conta 111 modo sforzato la vicenda di un attore che,

per effetto di un bombardamento, perde la ragione

mentre sta recitando 1111 giallissimo dramma scritto

dalla sua fidanzata. C redu to morto da questa, il pazzo

continua a recitare nella vita la sua parte, ripetendo

* al vero » 1 crimini di cui doveva rendersi colpevole,

sulla scena, il personaggio da lui interpretati» nel

momento della disgrazia. D opo aver strangolato,

intatti, il sindaco e l’ispettore di polizia, il pazzo cerca

la terza vittima, un’ausiliana segretamente spmata ad

un aviatore, ed anche questo terzo delitti» verrebbe

consumati» se la fidanzata — che ha saputi» finalmente

la cosa — 11011 giungesse in tempo a fermarlo con uno

stratagemma teatrale che rinsavisce immediatamente

il disgraziati». Sarebbe forse stato interessante assistere

alla reazione di questo individuo, criminale senza

saperli», quandi» apprende l’orribile verità, ma il film

questi» non ce li» dice preferendo mettere fine alle

tribolazioni dell'infclice mediante una scappatoia più

comoda: dal tetto in cui si trova al momento del

rinsavmiento, « lo strangolatore » precipita, infatti, nel

vuoto sfracellandosi al suolo. E con lui precipita la

riuscita del film malgrado il disperato sforzo di John

Loder e June Dupraz la cui recitazione è l’ unica nota

viva della pellicola.

Sorvegliato speciale

è, invece, 1111 diluitissimo me­

lodramma che racconta le ribalderie di 1111 giovane

flirtante, rilasciato da poco dal carcere e sorvegliato

dall’autorità giudiziaria, il quale vorrebbe aprire 1111

cinodromo, cosa che 1111 rigidi» procuratore 11011 gli

permette di tare. Conosciuta per cast» la tigha di

questi, riesce ad innamorarla e dopo averla ingannata

per i suoi bassi scopi, ricatta il padre che, vinto, dà

così il desiderato nulla-osta alla apertura del locale.

La ragazza, intanto, continua ad amarlo mal-

gradi» tutto c tanta è la sua abnegazione, bontà,

altruismo, che il corazzato cuore del

ganster

si tonde

al soffio caldi» di quelle virtù diventando così, da 1111

avanzo di galera qual’egli era, il m igliore dei galan­

tuomini...

C ondo tto con scaltrezza ed accorgimento, il film

riesce, malgrado la vicenda narrata, ad essere pas­

sabile grazie anche ai li»dcvoli sforzi degli attori

Robert T a y lo r, Lana Turner, Van Heltin, Edward

Arnold.

Sulla realizzazione scenica del

Diario di una came­

riera

— la nota vicenda narrata da O ctave Mirbeau —

non c’è m olto da dire, purtroppo. Fatta eccezione

per qualche episodio veramente riuscito, il film si

mantiene, infatti, su un tono fiacco e scolorito 111 cui

invano si cerca il Renoir che conosciamo.

Brillante, invece, l’interpretazione di Paulctte

(ioddard che ha saputo dare al personaggio della came­

riera Celestina, attorno a cui svolazzano tanti farfal­

loni innamorati, tutto il piccante di cui l’ ha rivestito

Mirbeau.

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