

Ila!sepolcrodeiprimi
(orinosi
al Santuario delia Consolata
L A V O C E D E L L E P I E T R E
-
L A V O C E
D E L L A S T O R I A
-
L A VOC E D E L P O P O L O
Un forestiero clic tosse entrato in
To rino verso la metà del IV secolo
(poniamo verso l'anno 350 d. Cr.)
avrebbe trovato la C ittà subalpina
quale l'avevano costruita e lasciata 1
R om an i: piccola, quadrata, con le
sue quattro porte e con le sue ottanta
torri merlate, disposte a intervalli
nella cerchia delle robuste mura.
Iti una ventina di minuti quel
forestiero avrebbe potuto visitare
tutte le parti principali della C ittà
dalla Porta Palatina al Palazzo Pre
torio al C irco massimo, e avrebbe
veduti almeno di volo 1 lori, 1 mo
numenti, 1 propilei e 1 templi ora
mai vetusti.
Se poi il nostro viandante avesse
voluto ricercare 111 To rino le vestigia
di quella tede cristiana che oramai
era dominante 111 tutto l’ impero,
avrebbe dovu to uscire tuori della
porta
decumana
o
fallica,
chiamata
poi p iù tardi porta
segusina
(attuale
incrocio di via Consolata con via
Garibaldi) e quindi piegare a sinistra
c
fermarsi — più o meno — là
deve oggi sorge il maschio della
Cittadella.
Là avrebbe trovata una piccola
basilica cemeteriale —
cella memoria?
— 111 cui si custodivano e veneravano
piamente gli avanzi gloriosi dei tre
Martiri Torinesi, Solutore, A vven
tore ed O ttavio, 1 quali durante la furia della persecu
zione dioclezianea avevano versato il loro sangue « nei
Colonna votiva del Corpo Dwu-
rionalr per la preiervazione dal
Cholera Morta*.
cristiana cosi
San Massimo.
nostri dom icili! »: e torse erano an
che stati 1 prim i apostoli dell’ .^mwM
I auriuorum.
Che anche la Chiesa di
To rino era sbocciata dal sangue dei
M artin , com e quella di R om a e
molte tra le più illustri chiese del-
rO ccidcn tc. Ecco tutto quello che
avrebbe potuto trovare di cristiano
un forestiero che avesse visitato T o
rino verso la metà del quarto secolo.
Quella cella sepolcrale era dun
que la culla della Chiesa Taurinense.
E ne tu anche la prima Basilica,
perchè un Vescovo V ittore — primo
di questo nome — aveva edificato
verso la metà di quello stesso secolo
sulla p rim itiva cella una più vasta
basilica ornata di portico, nella
quale poi San Massimo — il grande
Vescovo di T o rino e il p rim o dei
nostri V escovi storicamente accertati
— recitò le sue m emorabili omelìe,
lodando l'enorm e frequenza del po
polo e attcstando che molti cristiani
torinesi bram avano di essere seppel
liti accanto al sepolcro dei Martiri,
■ e ciò 111 forza di una tradizione
già ricevuta d.11 loro m aggiori »
(Orni/. 8 1).
* * *
Senonche la Basilica ad
Martyres
situata fuori le mura non poteva
oramai più bastare ad una comunità
fiorente, com e quella a cui presiedeva
Questo magnan imo V escovo — chc
1t