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I

V i resto tanto lo grandi conio lo piccolo coso ma­

nifestano là lo perenni beneficenze della

ConsoLitrice

,Irgli afflitti.

L ’ incendio torinese del 1240, la carestia

del 13 7 5 , l’assedio francese del 1706, il

cliolera-morbus

ilei 1X35, lo scoppio della polveriera del 1852, lo in­

cursioni aeree dell’ ultima guerra e via via, sono grandi

(.itti che s’inseriscono e si fondono nella trama seco­

lare. anonima, collettiva dello infinito sciagure indi­

viduali, elio hanno ricevuto ima stilla di balsamo dal

1 uore della Madre Consolatrice.

* * *

Ecco perchè l’attuale Pontefice P io

XII,

con so­

lenne documento del 20 m aggio 1942, salutava la

Consolata » siccome la grande signora di To rino , e

nella pienezza della sua Apostolica Autorità la costi­

tuiva e con fermava

Principale Patrona Celeste

presso D io

della nostra C ittà, « con tutti 1 diritti e 1 privilegi li­

turgici che sono proprii di tale celeste patronato ».

La voce del dodicesimo Pio poneva 1111 augusto

suggello a tutta una catena secolare di suppliche c di

consolazioni, di tenere memorie e di grazie segnala­

tissime: tradizione nella quale appare la fusione con-

*

*

L ’icona della B. V. dalla Compiafa.

Pro»petto della Cripta.

corde del nostro Clero, dei nostri Magistrati cittadini,

del nostro Popolo, uniti in uno stesso palpito di fede,

di fiducia, d’amore per la comune Madre, Regina c

Consolatrice.

L’indimenticabile Nino Costa ha compendiato tutti

cotesti sentimenti in un canto che costituisce indubbia­

mente il capolavoro della sua e nostra poesia dialet­

tale, quando — rivolgendosi alla « Consolata * — così

la saluta in nome di tutti i Torinesi memori della loro

storia :

Ave,

Maria...

da le ciabòme veie

ch’a sarò le cà ncire c ’l Borgh d’jc strass,

dai bei palass ch’a guardò ’nvers le leic,

da ’n Valdoch, dal Seraglio e dai Mòlass;

dal Bòrgh ed Po fina a le Basse ’d Dora,

da la Crosetta al parch del Valentin,

j ’c tut Turin ch’at prega e ch’a t’adora,

j ’c tut Tunn ch’at cónta i so sagrin...

O

Pròtetris d’ia nostra antica rassa,

cudiss-nc Ti, fin che la mort an pia:

còme l’acqua d’ un fium la vita a passa,

ma Ti, Madona, it reste...

A ir ,

Maria.

SILVIO SOLERO

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