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La Società Geografica lo acclama - membro

d 'ono re» : ma è tutto qui. La sua grande idea non

trin a appoggi.

Bove è ostinatamente fissato sul suo grande pro­

getto: una grande spedizione nella regione antartica;

ma non ne viene a capo. Allora, inquieto e insoric­

reine, come tutti i grandi viaggiatori, decide di tor­

nare nel Sud-Am erica per una esplorazione nel T e r­

ritorio delle Missioni.

E questa una misteriosa e vergine zona del medio

ed alto Paranà, alla conHueiiza di questo hume

c im i

l'ig u jzù . Paese di foreste spettacolose, di grandi acque

e di cascate, colonizzato in parte dai Gesuiti. Partendo

per questa lontana regione, G iacomo Bove ha in mente

un grandioso p rogetto : aprire la strada alla nostra

emigrazione, in un paese fertile ma ancor tutto da

dissodare. Si avventura in questo viagg io con due altri

eroici Italiani, Bossetti e Lucchesi.

La traversata delle immense foreste è penosa. I tre

esploratori sono 111 breve ridotti con gli abiti a bran­

delli, tra gli attacchi di bestie grandi e piccole. Stenti

inenarrabili, fame, sete, tebbn non fiaccano tuttavia

la lo ro volontà. E finalmente, fuor dal nero viluppo

silvano, 1 viaggiatori sboccano in radure coltivate.

Bianchi vengono loro incontro, li accolgono, li fe­

steggiano. Sono queste le scene di gioia in cui gli

uomini si ritrovano !

Il

territorio delle Missioni è diviso 111 due zone:

le Missioni A lte e le Missioni Basse. La zona alta è

montuosa, con torrenti e cascate. La bassa è un paese

di pianura, cosparso di specchi di acqua, intersecato

di canali. Quel che colpisce, in queste terre rosse e

grasse, è l'enorme quantità d'acqua, la potenza idrica

eminentemente irrigatrice e fertilizzante. E un ignoto

teatro di conquiste umane, aperto a correnti civiliz­

zatrici, se le leggi suH’cmigrazioni lo permettessero!

Ma purtroppo, anche tra i primi nostri imm igrati,

ci sono beghe regionalistiche e di parte, che d ividono

meridionali e settentrionali; uomini della Campania e

della Lom bard ia; mentre sopra tutti questi dissensi

dovrebbe predom inare il pensiero della Patria lon­

tana... E Bo ve se ne amareggia e deplora che i soldati

ci siano, ma manchino 1 generali e sopratutto manchino

gli ideali! E mentre gli Italiani litigano, colonie di

Tedeschi, di Anglo-sassoni e d'altre razze fanno otti­

mamente gli affari lo ro !

Questa favolosa distesa d ’acque fluviali (dove le

piene, caratteristiche di questi paesi, trascinano spesso

intere isole cariche di bestiame e di belve, per spingerle

al mare) è meravigliosamente evocata nelle relazioni

di Coacomo Bove. Così egli descrive le rapide dcl-

l’ Itambé-Guazù.

« Si discendeva il fiume con la velocità del fulm ine,

1 vortici ci facevano girare e rigirare come l’indice

di una « roulette »; l’acqua go rgog liava spaventosa

sotto la poppa; lingue di turni scavalcavano i bordi... ».

Eg li percorre coi compagni questi sterminati ter­

ritori. Notti all adiaccio sotto milioni di stelle, pas­

saggi di guadi, arrivi a solitarie

cstiVicias

, che tuttavia

sorgono tra meraviglie vegetali e ricchezze agricole,

frutto di grandi e spesso inumane fatiche. E la vita

delle grandi solitudini, o ve l’ uomo ritrova se stesso,

e si sente or vin to or dom inatore, ma sempre torte,

deciso, padrone dei propri pensieri e della propria

volontà. E, al finire di ogn i tappa i viandanti incidono,

col coltello, sopra un tronco secolare, la scritta bella

come una strofa di canzone: «

Atlios y rccucrdoi a los

companfros.

Addio e ricordi ai com pagn i... ».

1

com ­

pagni del passato e quelli del futuro, quelli che si la­

sciano e quelli che verranno.

Tu ttavia il grande sogno antartico di G iacomo

B o ve si allontana sempre più. Di ritorno da questa

esplorazione, egli farà ancora due altri v iaggi — e

saranno gli ultimi — ma non nelle region i candide ed

estreme che egli sognava.

Il

penultimo viagg io corona un sogno d’amore.

G iacom o Bove ha incontrato e conosciuto nel 1X80,

presso Savona, una giovane signora straniera, vedova

d ’ un ufficiale ungherese — Luisa Jaw o rka De Bo ro-

segno — ed è rimasto ammaliato dalla sua grazia,

dalla sua intelligenza, dalla sua cultura. Si sposano ben

presto. Luisa Bove, al ritorno del marito dalla spedi­

zione magellanica non ha atteso che egli sbarchi in

Italia; gli è andata incontro a Buenos Avres. Da questo

pruno v iaggio è nata l’ idea, nei due sposi, di tornare

insieme nella Terra del Fuoco. A questa seconda spe­

dizione partecipano Sarm icnto, che tu poi più volte

Presidente della Repubb lica argentina, ed Edmondo

De Anucis, che già v iaggiava nel Sud-America.

(ili sposi scendono a Punta Arcnas e s’ imbarcano

su la nave

Cilotti.

E la luna di miele in 1111 mondo fan­

tastico! E un sogno da romantici,

111

una terra gran­

diosamente desolata, 111.1 senza le tristezze di Ossian.

La gioia del v iaggio sembra andare di pari passo con

la loro felicità. Essi si am ano e, nel tempo stesso, stu­

diano e lavorano insieme. Luisa B o v e scrive

1111

inte­

ressante diario sulla natura dei luoghi, sui costumi dei

« tuegluni », sui mirabili aspetti dei cieli australi, ora

limpidi ora devastati dall’ala nera delle tempeste.

Quanti sogni, quanti progetti abbozzano insieme, pel

futuro, Luisa e N ino — così egli si chiama per la con­

sorte! — Ma il futuro non sarà quale essi lo hanno

immaginato. C om e la felicità, esso appare senza con­

tini. ma come la felicità anch’esso è breve... C ’è

1

*A frica che chiama, l’ A frica, Sibilla nera che più

d una volta è stata tragica per gli esploratori.

E l'ultima spedizione di G iacom o B o ve è appunto

nel cuore dell’ Africa, nel C ongo . Quando egli toma

con la consorte

111

Italia, nel iNKs, trova un’accesa

atmosfera colonialista. E l'epoca delle espansioni eu­

ropee 111 Africa. E di questo anno l’ixxupazione ita­

liana di Massaua. Il G o v e rno italiano, che cercava

sbocchi alla emigrazione del nostro Paese, incarica

Bove, pel tramite del M inistro della Marma, di uno

studio esplorativo nella zona del C o n g o belga e fran­

to