

Uscuk. a motivi rabescati, con medaglione centrale,
talvolta assai
esteso.
Di essa tornisce un bell’esempio
un tappeto del secolo XVI della collezione Barbieri,
Genova. Arfim agli Usciak, per quanto di diversa
provenienza, sono alcuni tappeti di effetto singolar
mente decorativo, quelli « ad uccelli », stilizzati in
torma romboidale (esemplare di proprietà Accorsi.
Torino, secolo XVI) e quelli a « tuoni e fulmini »,
simboleggiati da motivi quasi artatto geometrici, accop
piati talvolta alla TSI: di grande effetto è il pezzo
proveniente dal Museo Bardini, Firenze.
Dal luogo nel quale principalmente se ne ta
ceva commercio presero il nome 1 tappeti di
Damasco, eseguiti invece, secondo l’ipotesi più
accreditata, 111 Anatolia. La minuzia dcH'ornameii-
tazione, il rigore geometrico estremo che con
traddistinguono questo gruppo son ben esempli
ficati da un tappeto del secolo XV I. di proprietà
Campana, Milano. F.d ecco ancora due esemplari
d’eccezione: il tappeto del Museo di S. Gimi-
gnano, dalla singolare forma a croce, di manifattura
della Corte turca, eseguito, pare, da mano d’opera
egiziana, ad imitazione dei persiani Herat, e lo splen
dido Turchestan di proprietà Barbieri. Questi preziosi
«
(
» •
*■
i .
Tappeto in seta e argento detto polacco - Persia inizio XVII
ite.
Firenze - Mitico dc^li Ardenti
Tappeto detto degli uccelli. - Asia Minore fine XVI secolo.
Turino - C oll. Piero Attorsi.
pezzi sono soltanto un camp ionario, scelto ma esiguo,
dei numerosi tappeti orientali antichi esistenti in Italia:
nella nazione, cioè, che un tempo, attraverso Venezia,
ne possedette di qualità più alta ed in numero mag
giore che ogn i altro paese d ’ Europa. Il patrimonio
attuale non è più paragonabile a quello dei secoli
passati; comunque esso è noto soltanto in minima
parte, ed è da augurarsi che questa Mostra serva di
incitamento ad intraprendere una sistematica opera di
ricerca, di conoscenza, di classificazione. Quanto agli
arazzi si vorrebbe che quello che è stato ottimamente
fatto qui a T o rin o in via temporanea incoraggiasse
a tentare una stabile sistemazione degli arazzi delle
pubbliche raccolte italiane. In Francia si cerca di ordi
nare il Museo dei (Iobelins quasi come una mostra
permanente. In Italia sarebbe m olto utile veder rieo-
stituita, con criteri scientifici, la Galleria degli Arazzi
di Firenze, che è ora divisa m vari luogh i e Musei,
in modo da non rendere troppo com p licato e disa
gevole — e quindi trascurato — lo studio di questa
forma d ’arte.
M e r c e d e s v i a l e
12