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\ ole freschezza coloristica (nella

Passeggiata in campagna,

Bcauvais. c. i~>o: dalla Galleria Borghese). Mentre

le

C a c a di Lu igi

A i ' (Gobclins,

1739

su cartoni dcl-

l’O ud rv ; un arazzo da Palazzo Pitti), ambientate

111

manierati paesaggi, offrono un esempio d addobbi

d’ ima eleganza davvero regale, la serie del

Don

Chisciotte

tessuta nel

17.SO

c. ai (iobelins su disegni

di Carlo C o vp el (quattro arazzi, dal Palazzo Reale

di Torino) ha 1111 tono meno aulico, ma non è intcriore

alle

C u c e

per ornamentale eleganza, torse' anzi le

supera. Il virtuosismi) pittorico deH’esecuzione, sor­

retti' da un gusto sicuro, da 1111 estrema delicatezza

coloristica, riesce a risultati pertctti d ’equilibrio e di

grazia, a decorazioni insieme ricche e limpide, lievi

e testose.

L'mriucnza delle tabi richc trancesi tu natu­

ralmente assai vasta, e venne risentita anche 111 Italia.

A Firenze la fabbrica operò tino al 17 3 7 , quando con

C>1.111 Castone si estinse la fam iglia dei Medici, creando

arazzi che sono certamente 1 migliori prodotti 111 Italia

durante il Settecento: la serie delle

Parti del mondo,

degli arazzieri Leonardo Bernini e V ittorio Dcm igno t,

su disegno del Sagrestani (c. 1730). rappresentata alla

Mostra dalla bellissima

America

(Musco Bardim);

l’immenso arazzo del Museo Archeologico di Firenze

con la

Caduta di Fetonte

(Bernini, su cartone del Mcucci,

1737) che, nella sobria intonazione grigio-argentea e

nel vivace fregio, dimostra una certa indipendenza dai

modelli francesi. A questi son molto più legati gli

arazzi della manifattura di Napoli, iniziatasi intorno

al

1743

e sviluppatasi specialmente per impulso del­

l'arazziere Durante. I" realtà le opere esposte, goffe o

deboli e sbiadite.

11011

giustificano la fama goduta da

questa manifattura. Più larga e di migliore qualità è

la documentazione della fabbrica di Torino, istituita

da ('.irlo Emanuele III nel 1737, e clu* ebbe ad anima­

tore l’arazziere Vittorio Dcmignot, già attivo a Fi­

renze insieme col Bernini, ed il pittore Claudio

Bcaumont. Le grandi

Storie

(di Alessandro, di Giulio

Cesare, dell’ Eneide) eseguite in toni più franchi e

contrastanti di quelli degli arazzi francesi contempo­

ranei. hanno una certa grandiosità c larghezza d’ un-

postazione; mentre le scene campestri,

111

genere da

cartoni del Cignaroli, sono espressioni, a loro modo

compiute, d’ un mondo racchiuso nei contini di una

Arcadia ancora rustica e tresca.

Con ciò la rassegna

degli arazzi è compiuta.

Ordinare 111 modo simile

quella dei tappeti avrebbe

esteso oltre modo 1 linuu

della Mostra: si è preferito

perciò di presentare, per

ogni gruppo di tappeti,

pochi esemplari sceltissimi

e significativi nessuno dei

quali è posteriore al secolo

XV II. Il gruppo persiano

comprende opere di altis­

simo valore. Tra esse è il

tappeti' del Museo Poldi

Pczzoli. del tipo detto « di

caccia *. il ptù antico datato

che si conosca. Ghiyas cl

Din Yann attesta, ncll’ iscn-

zionc centrale, d’avere por­

tato « questa opera rinomata

a splendido compimento »

neH’anno

929

dell’ Egira (cor­

rispondente al 1521). Il tap­

peto raffigura scene di caccia,

con motivi vegetali ed

1111

gran numero di fiere c di

arcieri a cavallo. Lo stile cor­

risponde a quello delle mi­

niature persiane, dalle quali

probabilmente son derivati 1

vari motivi. Di straordinaria

vivacità c ricchezza ornamen­

tale. questo tappeto c però

torse superato in raffinata

sontuosità da un altro esem-

'incontro di C t w f r Cleopatra.

1740 c.

— Tonno - Palmo Rralr

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