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S’è fatta notti*. Una stella

lum ia tra gli scuretti.

(Va. fratello, smetti ;

ritirati nella tua iella.

Si sente già ijualelie frate

che russa, che si batte il petto.

Non è sofliee il letto

ina è tempo che riposiate.

Dice: — Nel nome ilei Padre, del Figlio...

che già dorme nel suo giaciglio.

Dorme il sonno dell’operaio,

un sonno così leggero

che a svegliarlo basta un pensiero

dimenticato nel saio;

basta talora a svegliarlo

l'oscuro lavoro del tarlo.

In questa notte tranquilla,

dentro il ferrato convento

lo desta il cader d una stilla

di sangue sul pavimento;

e mentre un’altra ne attende,

come fa il buon infermiere

si alza, vuol vedere

se Cristo s e tolte le bende.

Corre dal suo Signore,

scalzo, col batticuore.

Le bende sono cadute

a terra come foglie

e il fraticel le raccoglie

macchiate di sangue e salute.

Ma dove la carne viva

un chiodo nero la strazia,

ci vorrebbe la grazia

d’ini goccio d olio d’oliva:

di quello che frate cuoco

sul radicchio ne versa pino.

Dice il frate: — Non voglio

vederti così, mi

f.ti

pena,

fu n g e r ò del poco olio

che mi dànno per la cena:

e va a prender l'ampollina

nell'armadio di cucina.

E così dolce curare

le piaghe di nostro Signore,

sentirlo li tutti» amore,

fuoco che si lascia toccare;

diventare su»* servitore

perchè abbia meno a soffrire

in quest’ora di dolori-

che precede il suo nutrire;

essere uno della folla

con l’olio buono d una ampolla.

Verso sera, mentre lavora

a cavare erba tra i sassi,

sente muovere dei passi,

una tonaca che lo sfiora.

Viene nell’orto frate cuoco

a raccogliere l’insalatina;

cava un aglio, una cipollina,

di savore ne prende poco

e ritorna più contento

con la cena del convento.

Quando suona la campanella

il suo ilare squillo d’invito:

« A ciascuno la sua scodella

a ogni monaco buon appetito »,

si mette ni fila con gli altri frati

come fosse senza peccati.

Ma frate cuoco, l’ampolla alzata,

misura a occhio, scuote la testa:

con quel pochino d olio che resta

chi può condire tanta insalata

;

Si faccia avanti chi l’ha bevuto

perchè il Cielo l’ha già veduto.

Si vede il povero frate operaio

con un cuore che lo sa Dio,

più piccino farsi nel saio,

gridare forte «son stato io!

Ora datemi la penitenza

secondo la santa obbedienza.

Avevo voglia di radicchio

e ho cercato il più tenerino;

ci unsi molta cipolla, uno spicchio

d’aglio, di savore pochino,

il sale, d ’aceto l'odor soltanto,

d olio ne misi un dito».

Si batte il petto pentito

e fa vedere che ha pianto.

Pentito : Gesummaria,

dice anche la bugia!

Allora gli dànno la pena

che la regola commina:

sette giorni senza cena,

senza un po’ d’insalatina;

sette giorni da meditare

che l’olio non si deve titccare.

RENZO PEZZANI