Table of Contents Table of Contents
Previous Page  561 / 729 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 561 / 729 Next Page
Page Background

soggiogando il pubblico colla potenza del suo genio

di evocatore e di virtuoso *.

Per quanto indubbiamente apprezzabili siano le

benemerenze della detta Società di Quartetto, e di

altre istituzioni promotrici di concerti di musica da

camera, che diedero un tono di qualche fervore e buon

gusto alla vita torinese del primo decennio del secolo,

è certo peraltro che allo scoppio della prima guerra

mondiale la massa dcvli amatori di musica ancora si

riversava nei due grandi domini dell’opera e del con­

certo sinfonico: la musica da camera era cosa riserbata

a pochi iniziati.

Cìlt .111111 della prima guerra — sebben tanto nien

rovinosa della seguente, almeno per una città, come

Tonno, distante dal teatro delle operazioni — rallen­

tarono il ritmo d ’ogni manifestazione artistica: con

l'anno accademico 191S-19 tutto era da rifare o da

tare. Anche allora, pur 111 condizioni tanto meli tristi

di quelle d’oggi, le sofferenze, gli infiniti dolori di

ciascuno e di tutti avevano acutizzato il bisogno di

una più intensa vita spirituale, di un più frequente

contatto consolatore con l’arte. Nacque così, quasi

evocata da una necessità di vita spirituale e sociale, la

sezione musicale autonoma della già fiorente Società

Pro Coltura Femminile; e poiché tutto, come s’ò

detto, era da rifare o da fare, essa trovò ampio campo

dove costruire e ricostruire: operando con agile ed

alacre spirito, seppe 111 brev’ora imprimere alla vita

artistica torinese un tono di straordinario fervore. 1111

carattere di rara intelligenza ed elevatezza.

Senza tanti apparati burocratici, senza esteriorità

appariscenti, senza chiacchiere insomma, e con idee

ben chiare e propositi termi, la dottoressa Lisetta

Motta Ciaccio, docente e scrittrice di storia e lette­

ratura. coadiuvata dalla compositrice Eugenia Calosso,

dalla pianista Adelma Sorasio e da pix'ho altre volon­

terose, gettò le basi dell’istituto, che subito iniziò la

sua attività: con l'anno successivo — serbata dalla

signora Motta Ciaccio la presidenza onoraria — il

timone della nave passò nelle salde mani della signora

Bice Bcrtolotti Lupo, che è da allora la titolare della

presidenza effettiva (1).

Credo di non esagerare dicendo che molti impre­

sari di mestiere potrebbero mettersi con profitto alla

sua scuola. Un «occhio clinico * di prim’ordine nel

valutare le possibilità di «resa »e il maggiore o minore

interesse ili 1111.1 manifestazione artistica, prontezza e

sicurezza di giudizio,

1111

coraggio leonino nel rischiare

sul nome di

1111

artista o su un’opera tutta la faticosa

costruzione del bilancio; capacità coordinatrice —

tanto necessaria in quel difficile e ingrato compito di

organizzare concerti, dove ci son tante cose da metter

d’accordo — ; il saper discernere, leggendo recensioni

e giudizi di stampa su artisti stranieri,

1

«soffietti » e le

imbonitine pubblicitarie dagli apprezzamenti seri e

attendibili (perchè anche questo bisogna saper tare,

per ridurre le incognite al minimo); un tratto catti­

vante e cordiale, congiunto però a un’irreducibile in­

transigenza se' sono in giuoco questioni di dignità

artistica: ecco Bice Bertolotti impresario, come la

conoscono 1 torinesi cultori di musica e gli artisti di

mezza Europa: un impresario che ha, sulla m ed ia-

dei colleglli, il vantaggio di una coltura musicale di

prim'ordine, e che si caratterizza pel fitto di

11011

essersi mai proposto di guadagnare, o di far guadagnare

ad altri, iu ..„u o un centesimo: è tra gli scopi sta­

tutari dell’istituzione quello di «

estendere il beneficio

della coltura musicale al maggior numero di persone man­

tenendo modeste quote di associazione

»: non si può dav­

vero negare che la Pro Coltura si sia sempre confor­

mata a tale proposito: pei primi anni, la quota di abbo­

namento, che dava diritto di accesso agli otto concerti

della stagione, era di lire

venti

per le signore già socie

della Pro Coltura, di lire

quaranta

per ogni altro abbo­

nato; in anni più recenti, sino alla vigilia della guerra

ed anzi a guerra iniziata, per non meno di dodici

concerti la quota era rispettivamente di quaranta e

sessanta lire.

E così, un anno dopo l’altro, fedele al suo pro­

gramma di educazione e di affinamento del gusto e

della coltura, la Sezione musicale provvide a dissetare

e a sfamare i torinesi che trovano nella musica bevanda

e cibo corroborante.

Nonché l’incremento qualitativo e numerico delle

manifestazioni, la continuità stessa di queste impose

difficoltà gravi, che furono superate con tenace energia:

la sala del vecchio Liceo musicale di via Rossini era

diventata insufficiente pel numero degli uditon: ogni

programma fu allora eseguito due volte, stabilendosi

un turno fra gli abbonati, naturalmente gravando il

bilancio di un raddoppiamento di spesa. Trasferito

che fu il Liceo musicale da via Rossini al nuovo palazzo

33