

di piazza Bodom senza clic ancora si potesse usufruire
del grande salone di concerti, mancò una sede per la
musica da camera, m quanto del vecchio Lice»» si
era fatta, contro ogni opportunità e convenienza, una
«Casa de! soldato»: la Pro Coltura andò ramingando
da un rifugio all'altro, vincendo le giuste riluttanze
dei concertisti a suonare in sale disadatte e di acustica
difettosa: si passò dal teatro Altieri al Rossini cd al
Balbo; Alfredo Cortot suonò i ventiquattro studi di
Chopin m un cinematografo di corso Regina Mar
gherita. che veniva pomposamente chiamato * Arena
Verdi >•. Finalmente, completata la sala di piazza Bo-
doni, ed erettovi anche il monumentale organo a
quattro tastiere, la Pro Coltura e tigni altra istituzione
torinese vi trovarono degna e confortevole sede.
Sarebbe troppo lungo il riportare qui il completo
elenco di 1101111 — artisti ed opere — in cui si com
pendia l’attività trentennale della Pro Coltura: ricor
deremo perciò pochi dati, relativi agli artisti di grande
fama che furono presentati per la prima volta in Italia,
o a Torino, dalla Pro Coltura, e alle opere d’eccezione
che vi furono allestite.
Tra 1 pianisti: Horou itz, Serkin. (ìieseking, Fischer
e Schnabel; tra 1 violinisti: Busch. Memilun. Milstein.
Szighcti. tnesco; il violinista Thertis e i violoncellisti
Cassadò e Piatigorski; i quartetti Busch, Pro Arte,
Manhattan; i cantanti Rudolph Watzke, Dusolma
Giannini, Lotte Leonhard, Mario Petri; altri complessi
strumentali — il Trio Busch. il Trio di Trieste, il Trio
Fischer, il Trio Kreutzer — e vocali: il coro Trapp. i
cantori della Thomas Sditile di Lipsia, il coro delle
Basiliche romane diretto da Mons. Casimiri. S’intende
che, oltre gli artisti introdotti, per così dire, in Italia
o a Torino, suonarono per la Pro Coltura i più celebri
concertisti di tutti 1 paesi, da Cortot, Backhaus. Benc-
detti-Michelangeh. a Hubertnan, a Wanda Landovvska,
ad Ulisse- Matthey e ad altri eccellenti.
Quanto alle opere, tu cd è proposito statutario della
Pro Coltura quello di «non limitarsi ai soliti replicati
programmi dei virtuosi (che pur hanno il loro valore
estetico ed educativo, ove il virtuoso sia anche un
grande interprete), ma a presentare lavori nuovi o
classici ancora sconosciuti o poco noti »; e soprattutto
si cercò di evitare la presentazione frammentaria e
saltuaria di opere che soltanto 111 una rassegna orga
nica rivelano completamente la loro importanza arti
stica e storica.
Così, tra
1
fatti memorabili della Pro Coltura, per
l’opera beethovemana, il ciclo completo dei quartetti,
ad opera del Quartetto Busch. nella stagione 1921-22,
ciclo integralmente ripetuto nella stagione 1930-31
sempre dal Quartetto Busch; il ciclo dei Trn per piano
violino e cello, col complesso Lorcnzoni-Scrato-Biv-
nucci: il ciclo delle sonate per violino e piano, con
Scrat»' e Consolo.
Per l'opera di Bach: alcune cantate sacre e profane,
etni la direzione e partecipazione di Wanda Landovvska;
la prima esecuzione
111
Italia delle
Coldberg
I
'ariationen,
pure sul clavicembalo della Landovvska; il ciclo dei sei
C om m i brandeburghesi,
concertato da Adolfi' Busch
che partecipò aH’esccuzione: le tre memorabili serate
di Pdwin Fischer, con la partecipazione del compianto
Alfredo (lascila, per l'esecuzione di nove Concerti
con uno. due. tre e quattro cembali e orchestra;
1
Moiutti
per coro presentati dai
Thonutucr
di Lipsia.
Nel campo della produzione contemporanea, non
piK'lie e importanti presentazioni: il Quintetto di
Bloch per la prima volta
111
Italia; musiche di Pizzetti,
Rocca. Glicdnu. Ilonegger, e altri molti 111 prima
audizione a Torino. Pei grandi nomi « polemici », il
Pierrot Lini,lire
di Schoenberg. diretto dall’autore : la
Sinfonia di Salmi
di Strawinskv. pure diretta dall’autore;
oratori e opere da camera ili carattere insolito, come
\'Hi>loire dii
>oldat
di Strawinskv,
Le paurre matelot
di Milhaud.
Maria lìgi zinca
di Respighi (diretta dal
l’autore). le
Lardi della Pacione
secondi' il Laudario di
Cortona interpretato da Fernando Luizzi, e molte altre
opere belle, preziose e rare.
Basterà aggiungere che 1 concerti del trentennio
toccano il numero di 375. per dare un’idea dell’entità
anche quantitativa del contributo della Pro Coltura
Femminile alla vita musicale torinese. La stagione di
prossimo inizio s'annuncia ricca d’eventi e di opere;
il passato è garanzia pel futuro.
MICHELE LESSONA
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A bcgg. barone Reti/o l asaiu. u n te l.m o l a 'alli d 'I'livo la . ing Attilio
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Massimo W eignunn, dott Giovanni
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