Table of Contents Table of Contents
Previous Page  618 / 729 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 618 / 729 Next Page
Page Background

monto della Cassa dei Risparmi, in altra sede si stu­

diava il problema generale delle Casse.

Si pervenne così alla Legge fondamentale del

31 dicembre 18 5 1, con la quale si stabilivano le norme

per l’istituzione delle Classe di Risparmio (riconosci­

mento con Decreto Reale), si determinavano parti­

colari agevolazioni fiscali, norme per 1 depositi e si

fissavano 1 rapporti delle Casse con la Classa Depositi

e Prestiti, torse 11011 del tutto disinteressati per lo Stato.

In dipendenza di tale legge, l'Amministrazione

comunale affrontava il problema di rettificare o meglio

di tare lo Statuto e il Regolamento della Cassa di

Risparmio di Torino, cui si pervenne soltanto nel

1 Ss3. con la Sanzione reale del 24 novembre 1853

che approvava il nuovo Statuto e segnava per la Classa

l’inizio di una nuova vita.

I

depositi erano intanto saliti a L. 1.514.000 ripar­

titi su 3593 libretti.

★ * *

In dipendenza dell’acquisita autonomia della Classa

di Risparmio di Torino, la Città le assegnava, oltre

ai tondi di pertinenza della nuova Amministrazione,

un capitale di dotazione di L. 50.000 e le assicurava

per dieci anni una sovvenzione annua di L. 5000 per

le spese d’esercizio.

Importanti, per il nuovo timido orientamento cre­

ditizio che veniva ad assumere la Cassa, sono le norme

riguardanti il collocamento dei tondi da

trasmettere

regolarmente alla Cassa Depositi e Prestili le somme repu­

tine soverchie

.1/

servizio corrente

, con facoltà però, sino

alla concorrenza dei due terzi dei depositi, di tare

mutui con guarentigie fondiarie, anticipazioni su ren­

dite dello Stato o della Città di Torino, acquistare

Buoni del Tesoro e Rendite dello Stato.

Siccome la Cassa

non è destinata a fare alcun lucro,

il tasso di interesse ai depositanti veniva fissato in mi­

sura non inferiore al 3 °0.

Limitazioni permanevano sull’entità dei dept>-

siti individuali (massimo

L. 1200 per famiglia), con

la norma che la Cassa

avrebbe dovuto sollecitare

e indirizzare 1 depositanti

ad effettuare in proprio

acquisti di titoli dello

Stato.

I

primi anni di vita

autonoma dimostrarono

subito che le troppe limi­

tazioni non avrebbero p»>-

tuto favorire un regolare

sviluppo e pertanto già

nel 1856 si progettava un

nuovo Statuto, sanzionato

il 12 gennaio 1857; con

principali innovazioni quella di poter ammettere che

ogni membro della stessa famiglia avesse 1111 libretto

proprio e l’elevazione del limite massimo dei depositi

a L.

2000

.

Al 31 dicembre 1856 1 depositi ammontavano a

L. 1.S24.000 ripartiti su libretti 4.718 (uno ogni trenta

abitanti).

U11 particolare deflusso di depositi si registrò nel

1859 causa gli eventi bellici e l’ Amministrazione della

Cassa saggiamente favorì qualsiasi richiesta di rim­

borsi. ricorrendo anche alla vendita dei titoli di inve­

stimento e registrando così, in un col ribasso delle

quotazioni, una sensibile falcidia nelle riserve che da

L. 178.000 cui erano salite si riducevano al 31 dicem­

bre 1859 a L. 115.000.

La crisi del 1859 si trascinò per parecchi anni,

sia per il lento sviluppo dei depositi, quanto per le

quotazioni in ribasso dei titoli di Stato, che rappre­

sentavano 1 maggiori investimenti della Cassa.

L ’ Amministrazione cercava di superare c fronteg­

giare le difficoltà contingenti, incrementando 1 depo­

siti attraverso il rialzo del tasso di interesse portato

al 5 °0 e affrontando la delicata situazione dei valori

di investimento con realizzi 111 perdita, tuttavia ne­

cessari per creare un nuovo equilibrio del bilancio, che

ulteriori oneri andava registrando anche per gli accer­

tamenti controversi del Fisco (manomorta sulle riserve;

imposta R . M. sugli interessi dei depositanti).

C iò m nostante la Cassa di Risparmio di Torino

aumentaci sempre più la sua attività e pertanto si

dovette affrontare nel 1872 il problema di una adatta

sistemazione degli uffici, risolta, pare non troppo feli­

cemente. con l’acquisto dello stabile Massimino 111 via

Mercanti 9. pagato L. 65.000 e restaurato convenien­

temente. Nel 1885 la Cassa si trasferiva poi 111 sede

più degna nel palazzo Perrone, sito nella medesima

area ove sorge parte dell’attuale sede.

Affiorava intanto il progetto (Consigliere Malvano)

di aprire qualche dipendenza nei quartieri periferici,

per favorire lo spirito di previdenza facilitando il

versamento dei risparmi.

Nel 1879 si addivenne

all’apertura della prima

Succursale in via Saluzzo

9 in Borgo Nuovo e San

Salvano, seguita nel 1887

dalla seconda di piazza

Emanuele Filiberto di

Savoia.

L’accrescersi dei depo­

siti e le difficoltà degli

investimenti limitati, pre­

mevano sempre più le

iniziative dei prudenti

Consiglien e richiama­

vano anche l’attenzione

dello Stato sulla necessità

Salone degli (portelli.

22