Table of Contents Table of Contents
Previous Page  88 / 729 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 88 / 729 Next Page
Page Background

Madonna con Bambino -

Marmo.

c del monumento ai Caduti di Domodossola: La co­

siddetta « carriera artistica » di Angelo Balzardi è senza

orpelli di stranezza e senza apparenze boeme. La ro­

busta persona e la maschia faccia sono lo specchio della

sua indole morale. Negli anni giovanili che sono 1

più facili e 1 più gai, il nostro scultore ha studiato e

ha lavorato, vivendo piuttosto solitario, isolandosi

anche dalla masnada bella dei compagni che batta­

gliavano per comuni idealità politiche ed estetiche. Il

Balzardi ha voluto avere, anche nella città, una illu­

sione di prati e di silenzio verde. Ed è andato ad abi­

tare in una casa vecchia, tra colonica e civile, oltre

la barriera torinese, alla quale si arnva — e va e va!—

percorrendo una strada che pare un viottolo di cam­

pagna. Nella solitudine ha creato il monumento che

la sua Domodossola dedica alla gloria dei prodi ca­

duti per la Patria. Giovine e soldato, il Balzardi ha

12

accettato l’incarico fiducioso con l'anima preparata a

veder tutto bello e grande nella vita e nell’arte. E

l’opera è nata lentamente ma serenamente: le ansie,

le incertezze, le incontentabilità hanno resi aspri e dolo­

rosi 1 giorni all’artista, ma gli lian dato modo di indu­

giare sui primi segni, di placare i fervori e le passioni

nella calma della contemplazione dell’idea che, nella

creta obbediente prima e poi nel bronzo e nel granito,

è, oggi, realtà, sostanza e vita

Noi già avvertiamo in questa opera giovanile e

non debole una sana preparazione tecnica e una per­

sonale atferinazione di arte, che contiene, e non sola­

mente in germe e potenzialità, ma in atto, qualità

che indicano sin d’allora nel Balzardi, lo statuario

che non tarderà a dire altre, e più possenti, parole.

Non è questa la sede opportuna per esaminare ogni

singola opera dello scultore, compito che tormerà a

suo tempo, oggetto di una monografia. Ricordato che

il Balzardi lui cominciato sin dal 1920 ad essere pre­

sente alle principali esposizioni italiane a Firenze, Ve­

nezia, Torino e altrove, vogliamo soffermarci su al­

cune delle sue opere a parer nostro più significative

e rappresentative della sua arte.

Una di queste è senza dubbio la statua giacente

del

Sonno

cui il «Gruppo Giornalisti » la cui giuria

era composta dagli Accademici d’ Italia Felice Carena

e Attilio Selva, da Felice Casorati e Emilio Zanzi,

relatore Michele Cìuerrisi, assegnò il premio Po alla

Biennale veneziana del 1934. La figura di donna nuda,

senza alcun intendimento erotico e pur seducente,

ardita, ma non plateale, è 1111 superbo pezzo di scul­

tura. L ’armonia delle forme, la robustezza e la grazia

del corpo, la serenità del profilo fanno di questa per­

sonificazione del sonno una statua degna di documen­

tare e perpetuare la purezza e la nobiltà della stirpe.

Il soggetto che sembra, in un primo tempo accade-

mico, diremmo quasi scolastico, è trattato dal Bal­

zardi con vigoria personale, e la dura materia, resa

morbida dall? sapiente carezza dello scalpello, ci ap­

pare vivificata da un senso spirituale che trascende la

superba signoria del femineo corpo nudo. E che il

nudo muliebre, questa tremenda pietra di paragone

contro la quale s’infrangono tante false vocazioni arti­

stiche, sia trattati' con disinvolta e nobile sicurezza