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Strutture militari nei borghi e nelle

borgate

Silvia Bertelli

Mentre è ben noto il ruolo giocato dall’industria nella formazione e nel consolidamen-

to di borgate e borghi nelle aree più o meno esterne alla “città barocca”, analoga atten-

zione non è stata finora dedicata ad un altro fenomeno che, nella Torino del XIX secolo,

ha influito – a volte in modo determinante – sulla strutturazione di interi nuovi pezzi di

città: l’uso delle aree e la localizzazione delle proprie strutture, gestiti dall’esercito secon-

do specifiche strategie militari. Alcuni dati conoscitivi su tale fenomeno sono pertanto il

contenuto delle seguenti note.

La vocazione militare di Torino in età moderna è ben nota, sin dai tempi di Emanuele

Filiberto quando, a seguito dello spostamento della capitale del ducato, nel 1564 venne

eretta la cittadella, poi arricchita dal poderoso sistema bastionato, reso inoffensivo in età

napoleonica.

A seguito di quest’operazione di disarmo si riplasma la città ottocentesca, sino alla smi-

litarizzazione della fortezza cinquecentesca (1846) e alla costituzione di una nuova piazza

d’armi

1

. Una prima fase di ridisegno urbano in rapporto alle esigenze militari si ha appunto

in questi anni, con i piani elaborati da Carlo Promis: interprete delle attività progettuali

nell’area dell’ex cittadella, media tra municipalità e Ministero della Guerra, studia la di-

sposizione di una nuova cinta daziaria e di alcuni grandi servizi urbani, come la stazione

ferroviaria di porta Susa. Con il

Piano d’Ingrandimento della Capitale

(1850-1852)

2

e il

Piano di ingrandimento della città di

Torino sopra i terreni gravanti di servitù Militare e cir-

condanti la Cittadella a levante e tramontana

(1852) viene riprogettata concettualmente

la città, mentre la relazione annessa ai piani specifica la strategia militare del collegamento

tra il previsto nuovo nucleo di caserme e i settori più delicati dal punto di vista difensivo.

«Volendosi destinare la Cittadella specialmente a caserme, le communicazioni sue coll’O-

spedale militare divisionale [Santa Croce], colla strada delle Vaude, colla Piazza d’Armi e

colla Città, debbono essere brevi, facili e pronte. Acciò fu provvisto colla Strada di circon-

vallazione che la ricinge parallelamente al proposto ingrandimento [...] e conservando, per

via esteriore, gli accessi a piazza d’Armi dalle Caserme di Porta Susa si ottenne eziandio

che la Strada di circonvallazione per carri e pedoni fasciante l’abitato di Torino, qui non

avesse a cessare; cosicché i voluminosi trasporti potessero in massima parte evitare le vie

1

Le esigenze di urbanizzazione ed espansione della città provocano continui spostamenti delle piazze

d’armi. Prima dell’epoca napoleonica le esercitazioni militari si svolgevano nelle piazze cittadine; con il

Plan

Général d’embellissement pour la ville de Turin

[...] del 1809, si progetta una piazza d’armi vicino alla porta

di Po, un’idea ripresa durante la Restaurazione, ma mai realizzata. Si conferma invece la piazza d’armi di San

Secondo a ovest di porta Nuova (dal 1817, realizzata nel 1822 fra i corsi Matteotti, Ferraris e le vie Volta,

Camerana e Assietta), che verrà riallocata, mantenendo lo stesso nome, più a meridione della cittadella con

il piano Promis, nell’area tra i corsi Matteotti, Re Umberto, Stati Uniti e Vinzaglio, Duca degli Abruzzi, dal

1847. Un ulteriore spostamento avviene infine in borgo Crocetta dal 1872 nell’area fra i corsi Ferraris, Einaudi,

Castelfidardo e Montevecchio. L’individuazione conclusiva dell’area da destinare alle manovre militari prende

infine forma nell’isolato, a ovest della borgata Molinette, definito dai corsi IV Novembre, Ferraris, Montelungo

e Sebastopoli, con la convenzione del 1904.

2

Il piano complessivo ne comprendeva in realtà tre settoriali:

Piano Fuori Porta Nuova

(sud),

Ingrandimento

parziale fuori Porta Susa e sulla regione Valdocco

(ovest) e

Ingrandimento della città nel quartiere Vanchiglia

e sue attinenze

(nord-est). Sul piano cfr. Comoli Mandracci, 1983, pp. 149-190.