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interventi

ex novo

e di fasi di trasformazione e riplasmazione dell’esistente che nel tem-

po si sono accostati o sovrapposti, definendo la configurazione odierna, in cui, in modo

più o meno esplicito, si sono conservate le tracce di ogni fase. Il rilievo urbano, come sin

dal 1982 affermava Augusto Cavallari Murat, uno dei fondatori della specifica disciplina,

consente molteplici approcci e metodi di analisi del costruito, da adattare di volta in volta

all’argomento di studio

2

. E, mi permetto di aggiungere io, soprattutto in relazione alla sca-

la del costruito sul quale si indaga.

Durante precedenti esperienze ho infatti avuto modo di valutare quanto strumenti e

metodi si differenzino:

in primis

se si tratta di un vasto territorio urbano, oppure se ci si

limita a esaminare un quartiere cittadino e, in secondo luogo, se i segni della storia risul-

tano ancora compatti e ben identificabili, oppure sparsi e labili.

Nel caso, ad esempio, dello studio sulle piazze erette nel XIX secolo nel sito delle anti-

che porte urbane, oppure sul sistema porticato torinese

3

, l’indagine

in loco

(pilastro fon-

dante del rilievo urbano) è riuscita a spingersi sino al dettaglio delle singole architetture,

potendo contare su sistemi nati da un progetto globale, consolidati e ancora ben leggibi-

li nella loro interezza – dall’impianto urbanistico all’architettura – e assumibili pertanto

come dati certi.

Condizioni dissimili sono emerse invece durante il lavoro di rilievo urbano per due quar-

tieri torinesi di cui trattiamo anche in questo volume, borgo Po e la borgata San Paolo

4

. Nel

nucleo antico prospettante il fiume, la pianificazione stratificata dell’Ottocento, il conso-

lidamento dell’insediato entro e fuori cinta nel secolo successivo, la situazione orografica

alle pendici collinari, hanno creato un impianto urbano molto variegato che può essere

esaminato solo per settori. Situazione analoga si è prospettata per San Paolo, la prima bor-

gata fuori cinta a essere normata con un piano regolatore, che ha però dovuto fare i conti

con la viabilità e i piccoli nuclei preesistenti. La frammentazione del sistema insediativo e

della localizzazione di tipologie risalenti alle diverse fasi storiche, in entrambi i casi hanno

condotto ad un rilievo urbano volto a privilegiare, per parti, singole situazioni ambientali

molto caratterizzate e non omologabili in un sistema preordinato, rispetto all’architettura.

Nel presente lavoro si è invece cercato di individuare nell’oggi i segni delle varie situa-

zioni dell’insediamento nel tempo, osservando l’esistente con occhio critico in ogni sua

parte, ovvero ricercando in esso il risultato materiale della nascita e delle fasi evolutive di

ciascun luogo borghigiano, in un confronto continuo tra quanto si è dedotto dalle informa-

zioni storiche e quanto si ritrova sul territorio, per comprenderne le dinamiche evolutive,

attraverso uno studio comparato alle diverse scale. Il tessuto urbano, infatti, esplicita la

sua storia non solo attraverso gli edifici – che mediante i propri caratteri tipologici manife-

stano l’appartenenza a uno, o più, dei momenti di formazione o cambiamento del settore

–, ma anche mediante il disegno urbanistico del tessuto insediativo (corsi, viali, vie, piazze,

slarghi, spazi di risulta), che rivela il connubio, o il contrasto, tra i tracciati viari tipici di cia-

scuna fase strutturante, esprimendo attraverso la loro forma, e le relazioni con il contesto,

le trasformazioni avvenute, in parte pianificate, in parte generate da compromessi con

precedenti strutture.

L’indagine su borghi e borgate

Questo lavoro, coinvolgente buona parte della città contemporanea, è stato effettuato

partendo dallo studio della storia precipua di ciascun ambito borghigiano, che ha per-

messo di individuarne le fasi formative ed evolutive, e da un parallelo ampio rilievo

in

loco 

5

che ha consentito di leggere all’interno del tessuto urbano ogni elemento che può

farne comprendere i caratteri tipizzanti: caratteri che rendono unico ciascun caso, pur se

accomunato ad altre realtà consimili da dinamiche insediative comuni. Ogni pur minuto

elemento residuo presente sul territorio è un tassello della storia evolutiva del luogo, e

solo comprendendone l’identità specifica in relazione alle altre parti si può comprendere

il fenomeno urbano nella sua complessità.

2

Cavallari Murat, 1982.

3

Cfr. nel primo caso Boido, Davico, 2004 e, nel secondo, Coppo, Davico, 2001 e Davico, 2012 b.

4

Cfr. per borgo Po, Davico, 1999 e Davico, 2000, per San Paolo Davico, 2011.

5

Il rilievo è stato effettuato personalmente dagli autori nel corso di tre anni, dal 2011 al 2013.