Scheda: Tema - Tipo: Amministrazione pubblica

Circoscrizione 4, San Donato - Campidoglio - Parella

La 4ª Circoscrizione occupa la zona ovest di Torino a nord di corso Francia. L’urbanizzazione è avanzata in senso est-ovest, a iniziare da San Donato e borgata Campidoglio. Borgata Parella è stata territorio agricolo fino alla metà degli Anni Trenta del ’900. Fondamentale il ruolo della Dora Riparia per la fornitura d'acqua per l’agricoltura e di energia per l’industria.


Inizio: 1983

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1. La Circoscrizione

La 4ª Circoscrizione San Donato - Campidoglio - Parella occupa la zona ovest di Torino a nord di corso Francia, per una superficie di poco più di 9 km2. Il territorio è delimitato a sud da corso Francia, a nord da corso Regina Margherita e corso Mortara, a est da corso Principe Oddone, a ovest dal confine col Comune di Collegno. Nel 2005 ospitava quasi 95.000 abitanti. È la Dora Riparia l’asse portante geografico, storico ed economico di tutta la zona. L’acqua del fiume, derivata lungo le apposite bealere, ha irrigato per secoli e continua a irrigare i campi e i prati delle zone agricole, che fino a metà '800 occupavano tutto il territorio a ovest di Porta Susa. La stessa acqua del fiume ha mosso le pale dei mulini, producendo l'energia necessaria allo sviluppo paleoindustriale di San Donato, con attività famose in tutta Europa, quali quelle legate alle prime fabbriche di cioccolato (Caffarel e Prochet, Talmone), note anche per l'invenzione del gianduiotto, ai primi birrifici d'Italia (Bosio & Caratsch, Metzger) e ai dolciumi (pastiglie Leone).

L’urbanizzazione è avanzata in senso est-ovest, a iniziare da San Donato, a metà dell’800, per proseguire in borgata Campidoglio, negli ultimi decenni dello stesso secolo. Borgata Parella, territorio agricolo fino ai primi decenni del ’900, ha subìto in seguito la forte espansione urbana. Nonostante ciò resiste ancora una limitata fascia agricola, lungo il corso della Dora Riparia e in corrispondenza del confine con il Comune di Collegno, dove vengono ancora praticate attività di allevamento bovino e di produzione casearia.

2. San Donato

Le prime tracce storiche risalgono al 1536, quando le truppe francesi devastarono l'abitato e distrussero la chiesetta dedicata a San Donato. La via San Donato fu chiamata così a partire al 1835; prima era detta strada del Martinetto, dal borgo omonimo, che deve il suo nome ai magli (martinetti) azionati dall'acqua del canale della Pellerina.

Il borgo è sempre stato propizio alle industrie alimentari: Pier Paul Caffarel nel 1826 in via Carena aveva rimodernato un laboratorio di cioccolata; nel 1850 Michele Talmone aprì in via Balbis lo stabilimento per la lavorazione del cacao; fu tra i primi a credere nella pubblicità. Sempre qui venne fondata da Bosio e Caratsch la prima fabbrica di birra.

A metà del XIX secolo in San Donato erano delineati vari nuclei abitativi. La popolazione era composta da contadini, braccianti, artigiani, lavoranti a domicilio, operai, piccoli commercianti. Gli immigrati, che provenivano da tutto il Piemonte, determinarono un importante incremento demografico (5.200 abitanti nel 1862).

Verso la fine del secolo il quartiere si estese intorno a corso Francia e via Cibrario e, con l'apertura di corso Regina Margherita, fino alla cinta daziaria del Martinetto. Le vie Piffetti e Cibrario accolsero edifici in stile Liberty. In via Piffetti i villini progettati da G. Gribodo si distinguono per i dettagli decorativi con sfingi e fiori di ingressi e balconi. In via Principi d'Acaia 11 è villa La Fleur, di Pietro Fenoglio.

Nel corso dei primi anni del Novecento ebbe inizio la copertura del canale di Torino. L'avvento dell'energia elettrica favorì l'allontanamento degli imprenditori; una volta perso il legame con il canale essi cercarono spazi più ampi per le loro imprese.

3. Campidoglio

Oltre il borgo San Donato si sviluppò la borgata Campidoglio. La sua nascita, che risale alla seconda metà dell'Ottocento, è strettamente legata alla cinta daziaria del 1853.  Le prime borgate a ridosso della cinta cominciarono a svilupparsi verso il 1880: tra queste quella del Campidoglio, originata da un piano privato di lottizzazione con maglia di strette stradine a scacchiera. Le abitazioni - 2-3 piani e piccolo orto - erano rivolte ai ceti artigiani, ma soprattutto agli operai delle fabbriche sorte nell’800 entro la “cinta”.

L'abbattimento della cinta, negli anni 1911-1912, permise il collegamento con il centro cittadino. Nel 1919 fu aperta piazza Moncenisio e prolungata via Cibrario. La particolare struttura a maglie strette ha fatto sì che il quartiere si sia conservato quasi inalterato. Oggi il Borgo è un modello-campione di processi di riqualificazione urbana, partiti nel 1994. Iniziative innovative come il Museo di Arte Urbana hanno visto l'inserimento di opere d'arte contemporanea sui muri degli edifici, mentre il recupero del rifugio antiaereo di piazza Risorgimento ha favorito il rinnovamento dell’arredo urbano della piazza.

In via Pilo 6 esiste ancora l’edificio dell’ex teatro-cinema ASTRA, già Savoia, oggi sede della programmazione della Fondazione TPE. La pregevole facciata, su disegno di Contardo Bonicelli del 1929-1930, esprime un misurato gusto Art Deco.

Durante la seconda guerra mondiale il poligono di tiro del Martinetto - corso Svizzera angolo corso Appio Claudio, l'attuale Sacrario del Martinetto - divenne tristemente famoso per la fucilazione di 61 condannati a morte tra i quali, nell'aprile del 1944, l'intero Comitato militare della Resistenza torinese.

4. Parella

Il territorio di Borgata Parella ha ospitato a partire dal ’500 numerose cascine. Alcune sono ancora oggi attive, quali Il Mineur, Il Cascinotto, Le Grange-Scott e Il Berlìa. Il nome della borgata deriva da Il Parella, cascina non più esistente dei conti canavesani San Martino di Parella. Altro toponimo parlante è la Pellerina (via, canale e parco), che corrisponde all'antica via Pellegrina, tratto Rivoli-Torino del percorso di pellegrinaggio noto come via Francigena. Tra i fatti curiosi va citata la presenza nel 1556 del veggente Michael de Nostradamus, che alloggiò presso la cascina Morozzo. Nella stessa zona, lungo l’attuale corso Appio Claudio,  sorse nel 1765 la stazione sperimentale idraulica di Francesco Domenico Michelotti.

Con il Piano regolatore del 1908 Torino sancì un ulteriore sviluppo urbanistico. Nel 1911 si eresse la nuova cinta daziaria e si tracciò via Pietro Cossa. In questa zona la città assumeva denominazioni diverse; la più nota è Tesoriera, cosi detta per la lussuosa villa edificata a inizio ’700 da Ajmone Ferrero di Borgaro, tesoriere del Re, al centro dell'omonimo parco. Altre denominazioni erano: Lionetto, Basse di Dora, Pellerina, Porta Rossa.

Le prime vie sorsero nel 1906: via Salbertrand, Exilles e  Gravere. Nel 1921 tra corso Altacomba (ora corso Svizzera), corso Francia e il confine con Collegno e la Dora risiedevano poco più di 900 persone. Negli anni Venti il quartiere fu invaso dall’espansione industriale, che in pochi anni ne stravolse la cultura contadina. Una specifica norma vieta di edificare lungo le vie Lessona e Servais per tutelare il terrazzo morenico che sovrasta l'alveo della Dora. Del 1955 sono gli edifici multipiano di corso Monte Grappa.

Bibliografia

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  • Circoscrizione 4