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Torino vista da Napoli

di Alfonso Scirocco

Per la facilit à di procacciarsi i comodi della vita e per gli allettamenti dello spirito, la dimora di

questa città rendesi grandemente piacevole ed istruttiva. I mercati di Torino sono abbondante–

mente provveduti di ogni genere di derrate, gli alloggi vi sono decentissimi, ed i trattori non pos –

sono essere migliori. Senza vedervisi sfoggiare un lusso inopportuno, l'agiatezza di tutte le classi

vien fatta manifesta dal non incontrarvisi persone indigenti. Lo spirito di società che vi regna, l'a–

mabilità e la gentilezza degli abitanti, la sceltezza degli spettacoli, l'importanza dei musei, delle

gallerie e dei pubblici stabilimenti, contribuiscono a render Torino una delle più insigni città

metropoli d'Italia.

Con queste parole un napoletano, Michele Tenore, riassumeva le impressioni di un

breve soggiorno a Torino nel luglio 1824. Tenore aveva inserito la città in un viaggio di

studio che dal giugno lo aveva portato per l'Italia centro-settentrionale, e che sarebbe

proseguito attraverso Svizzera, Francia, Inghilterra e Germania. Con metodo e atten–

zione aveva visitato e illustrato nei suoi appunti i monumenti, dal Palazzo Reale alle

chiese, e i musei; aveva descritto la conformazione urbana, e, come tutti gli stranieri,

aveva sottolineato la prevalenza di strade rettilinee e la monotona somiglianza dei

palazzi; aveva espresso la sua meraviglia per le

dare,

che pulivano e rinfrescavano l'abi–

tato, ma erano anche veicolo di lordure; era stato al teatro Carignano, a un elegante

caffè di piazza San Carlo, illuminato a gas, e aveva fatto osservazioni sui ristoranti e la

cucina, segnalando, tra l'altro, i grissini, «a forma dei nostri grossi maccheroni». Fon–

datore e direttore dell'Orto botanico di Napoli e professore di botanica all 'Università,

in un autentico

taur de farce,

aveva incontrato personalità della cultura scientifica,

come Anton Maria Vassalli Eandi, Giovanni Antonio Giobert, il marchese Spigno, e

non aveva tralasciato di visitare l'Orto botanico, i gabinetti scientifici, l'Osservatorio

astronomico.

Il giudizio complessivo, preceduto da una rapida descrizione della collocazione

geografica e del clima della città, era, come abbiamo visto, largamente positivo sulla

vita sociale e sugli abitanti, che, a suo avviso, oltre a dolcezza di carattere e cortesi

maniere, comuni a tutti gli italiani, avevano «un grado di sveltezza e di vivacità, che

sembra riservato agli abitanti dei paesi montuosi». Dal punto di vista fisico, infine, in

generale poteva dirsi, «che la specie ne sia sempre piuttosto grande e ben proporzio–

nata, e i lineamenti del volto regolari ed avvenenti»l.

l

MICHELE TENORE,

VÙlggio per diverse parti d'Italia,

grafia Francese,

1828,

val. I, p.

292

e sgg.

Svizzera, Francia, Inghilterra e Germania ,

Napoli, Tipo-

437