

1.
Fra tentativi popolazionistici e declino demografico.
La popo l az i one d i Tor i no pr ima de l l a d i f fus i one de l l a
pe s t e ne r a .
Attorno al 1280, quando Torino passò definitivamente ai Savoia,
Bonvesin da la Riva descriveva con orgoglio le molte meraviglie della
sua Milano e le attribuiva, dati alla mano, circa 200 000 abitanti. La ci-
fra, forse un po’ esagerata, era tuttavia tale da fornire al lettore un ra-
gionevole ordine di grandezza delle dimensioni demografiche della città
ambrosiana
1
. Qual era la consistenza della popolazione torinese in que-
gli stessi anni?
Prima di rispondere a tale quesito, occorre ricordare che il numero
degli abitanti di una città medievale, e più in generale la sua storia de-
mografica, costituiscono oggi per lo storico soprattutto uno straordina-
rio, e imprescindibile, punto di partenza per conoscerne meglio le strut-
ture produttive e sociali, le strategie familiari, i processi di sviluppo e i
programmi di popolamento, i rapporti con il territorio circostante. Le
fonti di cui si dispone per tali approfondimenti sono tuttavia general-
mente scarse, parziali e di delicata interpretazione. Nel caso di Torino
bassomedievale, per esempio, le uniche serie di fonti suscettibili di in-
terpretazione demografica disponibili con una certa sistematicità sono
quelle degli estimi (
registra
) e degli
Ordinati
, ossia delle deliberazioni del
consiglio comunale. Per il periodo compreso fra gli inizi della domina-
zione sabauda nel 1280 e la fine della dominazione dei Savoia-Acaia sul-
la città nel 1418, sono stati conservati integralmente due estimi – del
1
bonvesin da la riva
,
De Magnalibus Mediolani – Le meraviglie di Milano
, a cura di M. Corti,
trad. di E. Pontiggia, Milano 1983
3
, p. 62, sul valore demografico delle cui cifre cfr. da ultimo
p.
grillo
,
Il richiamo della metropoli: immigrazione e crescita demografica a Milano nel
xiii
secolo
, in
r.
comba
e
i. naso
(a cura di),
Demografia e società nell’Italia medievale (secoli
ix
-
xiv
)
, Cuneo 1994,
pp. 441-54 (la citazione è a p. 443).