

L’economia
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Sostanzialmente stabili sono però gli ambiti sociali e professionali
di reclutamento: oltre a due pastori e a un gran numero di immigrati
di cui non è indicata l’attività economica, ma che possiamo presumere
per lo più contadini, si trova qualche artigiano che viene a cercare la-
voro in città (due tessitori, tre sarti, tre muratori, due fabbri, due car-
pentieri e un cordaio). Così, anche sui 147
habitatores
residenti nei tre
quartieri per i quali si è conservato il catasto del 1391, si contano so-
lamente tre muratori, tre tessitori, tre fabbri, due mugnai, due taver-
nieri, un panettiere, un macellaio, un lanaiolo. Rarissima la manodo-
pera specializzata proveniente da città o da centri più o meno lontani
con aspirazioni urbane. Tali, per esempio due
magistri
milanesi, Anto-
nio e Giovannello, fabbricanti di panni e fustagni, che, in un momen-
to di grave crisi della manifattura tessile torinese, il consiglio accettò
nel novembre 1393 come
habitatores
con clausole molto favorevoli. Fra
il 1372 e tale data non risultano immigrati che provenissero da tanto
lontano e che esercitassero un mestiere così prestigioso. Si ricordano
soltanto, da Pinerolo, una concessione di domicilio a un mercante e
l’aiuto finanziario accordato a mastro Giovanni Piatinerio per l’affit-
to di una casa in cui esercitare il proprio mestiere di riparatore di ar-
mature
33
.
La stabilità degli ambiti sociali di reclutamento, prevalentemente
rurali, unita alla scarsa specializzazione e consistenza dell’immigrazio-
ne artigiana nonostante l’arrivo di un maggior numero di immigrati e
l’allargamento del bacino collettore di nuovi abitanti, riflette, anche
più chiaramente di quanto non lo faccia l’analisi del movimento mi-
gratorio nella prima metà del Trecento, quelle caratteristiche di rura-
lità urbana su cui ha fermato l’attenzione un suggestivo saggio di Al-
do A. Settia
34
. In effetti l’ampliamento del bacino migratorio non giun-
ge a toccare altre città da cui attingere uomini d’affari e maestranze
specializzate, ma riguarda soprattutto alcuni grossi borghi del Piemonte
centrale, probabilmente in crisi, e, per le aree più distanti, località di
montagna, una delle quali, Cesana, appare da tempo come «esporta-
trice di uomini» nei confronti della città. In altri termini, potenzia-
mento dei flussi migratori e allargamento dell’area di reclutamento dei
nuovi
habitatores
non costituiscono affatto il frutto di un dischiudersi
di scambi di maestranze a livello intercittadino, quanto il risultato di
33
ASCT,
Ordinati
, 34, ff. 119
v
-125
v
. Cfr. oltre, p. 145, testo corrispondente alla nota 92. Per
il mercante pinerolese (Iacometus de Fontana): ASCT,
Ordinati
, 17, f. 116
v
(gennaio 1375). Per
mastro Giovanni Piatinerio: ASCT,
Ordinati
, 27, f. 50
r
(luglio 1386).
34
a. a. settia
,
Ruralità urbana: Torino e la campagna negli Statuti del Trecento
, in
Torino e i suoi
Statuti
cit., pp. 23-29.