

una mobilità e di un rimescolamento della popolazione artigiana e ru-
rale, che in quegli anni sembra toccare il parossismo. Non è un caso
che il movimento migratorio in direzione di Torino raggiunga il pro-
prio apice – con 8 concessioni di domicilio per ben 13
habitatores
– pro-
prio nel corso del 1375, caratterizzato da una delle più gravi crisi di
sussistenza verificatesi nel Piemonte della seconda metà del Trecento,
come non è un caso che il flusso migratorio si mantenga sostenuto –
con una media annua di 5 nuove concessioni corrispondenti a 7 immi-
grati con rispettive famiglie – fra il 1380 e il 1386, probabilmente gra-
zie alla nuova crisi di mortalità che sconvolge Torino fra il 1381 e il
1384
35
.
Si trattò, evidentemente, di una fiammata che, pur incrementando
fortemente il numero degli
habitatores
in città (giunto al 25 per cento
nel 1391), non riuscì, nella prospettiva di un più lungo periodo, a mo-
dificare i normali rapporti numerici fra immigrazioni di breve e di lun-
go raggio, cosicché proprio questo folto numero di immigrati ancora ri-
sultava, nel 1391, in gran parte proveniente dalle consuete località dei
dintorni di Torino. Si può tuttavia ritenere che, se la popolazione della
città fra il 1363 e il 1393 non diminuì, come altrove avvenne, ciò fosse
in gran parte dovuto proprio all’immigrazione piuttosto sostenuta, ve-
rificatasi soprattutto negli anni 1375-86. La fiammata, comunque, si
moderò già dalla fine degli anni Ottanta, riportando il flusso migrato-
rio in città a circa 3 nuovi
habitatores
all’anno.
I documenti sin qui compulsati non offrono dati né per una valuta-
zione quantitativa del saldo naturale, né per quella del saldo migratorio.
Esse sono invece possibili, con molta approssimazione, per la fine del
xiv
secolo grazie alle note marginali del
liber summarum
già citato
dell’estimo del 1391, redatto nel 1393
36
. Su un totale di 723 registran-
ti all’estimo è possibile disporre di eventuali annotazioni a margine, con-
cernenti talora la morte o l’eventuale emigrazione, per ben 664 contri-
buenti. Di essi, prima del 1404, 128 erano morti e 41 erano emigrati; a
questi ultimi vanno aggiunti gli eredi di altri 8 capifamiglia anch’essi
emigrati. Sui 128 defunti soltanto il 16 per cento lasciò i propri beni a
persone che portavano lo stesso cognome, il 40 per cento li lasciò a ere-
di di cognome diverso e di un altro 36 per cento nulla pervenne, per va-
rie ragioni, a cittadini torinesi (cfr. tabb. 4 e 5). Appare evidente, dal
114
Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
35
Cesana: cfr. sopra, p. 102, testo corrispondente alla nota 8. Flusso migratorio: cfr. sopra,
nota 32. Per la crisi di mortalità: cfr. sopra, p. 104, testo corrispondente alla nota 13. Crisi di sus-
sistenza del 1375:
rotelli
,
Una campagna medievale
cit., pp. 274 sgg.
36
Il documento è accuratamente analizzato in
comba
,
La popolazione di Torino
cit., pp. 31
sgg., e in
id
.,
Méthodes
cit., pp. 25 sgg.