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116

Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

numero assai basso di eredi che portavano lo stesso cognome di contri-

buenti defunti, il bilancio sostanzialmente passivo del movimento na-

turale della popolazione dovuto in gran parte alla peste, che, come si è

accennato, colpì la città nel 1399-1400

37

.

Il calcolo del bilancio migratorio di quegli anni sembra offrire qual-

che elemento in più. Dallo spoglio delle concessioni di domicilio regi-

strate nei volumi degli

Ordinati

fra il 1393 e il 1404 – un decennio ca-

ratterizzato nella zona da un perdurante stato di guerra e di morbilità –

risulta infatti che immigrarono allora a Torino una trentina di uomini

adulti, parte dei quali con le rispettive famiglie, cifra sensibilmente in-

feriore a quella accertata per i contribuenti o i loro eredi emigrati negli

stessi anni. Il bilancio migratorio del decennio a cavallo fra

xiv

e

xv

se-

colo fu dunque passivo e si associò a quello, altrettanto passivo, del sal-

do naturale provocando un forte calo della popolazione torinese che

toccò probabilmente il minimo fra Tre e Quattrocento. Fu tuttavia pro-

prio da quegli anni, e precisamente dal 1398, ancora una volta in con-

nessione con una grande crisi di mortalità, che il flusso di immigrazioni

si irrobustì e, nell’ultimo ventennio di dominazione dei principi di Sa-

voia-Acaia su Torino, riportò a circa 4 la media annuale delle richieste

di concessione di domicilio che, fra il 1392 e il 1397, era caduta a poco

più di un nuovo

habitator

all’anno. Tale flusso migratorio, che da tem-

po metteva in contatto gente con abitudini molto diverse, diede talora

luogo ad atteggiamenti di insofferenza nei confronti dei forestieri, so-

prattutto se

victoni

o montanari, che, chiaramente individuabili, erano

talora insultati con epiteti non proprio gentili

38

.

Come già era successo fra il 1372 e il 1391, l’irrobustimento del flus-

so migratorio ridiede ampiezza e respiro all’area di reclutamento degli

habitatores

avviando i primi timidi tentativi di attrarre forza lavoro spe-

cializzata di formazione cittadina: se due calzolai, mastro Antonio Per-

racio e mastro Cristoforo, provenienti rispettivamente da Vercelli e da

Milano, e un pentolaio, mastro Giovanni Merlo da Porlezza avevano

probabilmente poco da aggiungere alle competenze tecniche dei loro col-

leghi di estrazione locale, è probabile che la città si aspettasse qualche

37

comba

,

La popolazione di Torino

cit., p. 34. Epidemia del 1399: cfr. sopra, p. 105, testo cor-

rispondente alla nota 16.

38

comba

,

La popolazione in Piemonte

cit., pp. 56-58. Concessioni di domicilio: ASCT,

Or-

dinati

, 34, ff. 119

v

-125

v

; 35, ff. 11

r

-

v

, 36

r

; 36, ff. 32

r

, 44

r

-45

v

, 112

v

-113

v

; 37, ff. 110

v

-111

v

;

39, ff. 122

r

-123

r

, 125

v

-126

v

; 40, f. 4

r

; 41, ff. 12

r

-13

r

, 29

r

; 42, ff. 44

r

-45

r

, 67

r

-68

r

, 81

r

-82

r

, 100

v

-

101

v

; 43, ff. 149

r

-152

r

; 44, ff. 12

v

-14

v

, 68

r

-70

r

, 91

r

-92

v

, 122

r

-123

r

; 45, ff. 66

r

-67

r

, 80

r

-

v

.

Vic-

toni

: CCT, rot. 4e (1317-18),

r

ot. 55 (1401-6): Antonio Tarino è insultato come «victone mer-

dose».