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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

concessionario, tendeva a essere assimilato alla piena proprietà, mentre

il canone assumeva l’aspetto di una semplice rendita o di un onere gra-

vante sul fondo stesso; come tale esso era quindi registrato negli estimi

che, invece, includevano fra le proprietà del concessionario l’appezza-

mento su cui tale canone gravava, sia pure annotando che non di piena

proprietà si trattava, ma di un possesso gravato da fitto perpetuo.

Ciò significa – come è stato osservato – che, per quanta terra i gran-

di possessori potessero aver concesso in enfiteusi senza dichiararla

all’estimo, «essi continuavano pur sempre a registrare a proprio carico

decine o centinaia di giornate, e questa terra, qualora manchi un’espli-

cita menzione in proposito, non era certamente data in affitto a lunga

scadenza»

64

: o era gestita in economia ricorrendo magari a manodopera

salariata, oppure era data in gestione indiretta mediante conduzione «ad

masoeriam» o mediante altre forme contrattuali a breve termine. In ul-

tima analisi, frodi fiscali a parte, se gli estimi possono indurre a sotto-

valutare l’estensione effettiva del grande possesso e l’importanza delle

concessioni enfiteutiche, non altrettanto si può dire della piccola pro-

prietà e del piccolo possesso terriero, che invece venivano registrati per

lo più integralmente comprendendovi i numerosi appezzamenti sotto-

posti al pagamento di fitti perpetui o a lunga scadenza. Questi ultimi

erano così numerosi, nei patrimoni minori, coltivati direttamente dai

contadini a cui appartenevano, da essere spesso prevalenti rispetto alle

terre detenute in piena proprietà

65

.

Con t ad i n i d i c i t t à : l e ba s i r u r a l i de l l o s v i l uppo a r t i -

g i ana l e e man i f a t tur i e ro d i Tor i no .

Oltre che per le forme di conduzione, grande e piccola proprietà si

distinguevano per la diversità delle scelte colturali che vi venivano pra-

ticate. L’argomento, già affrontato su base empirica nel lavoro pionie-

ristico di Anna Maria Pascale sull’estimo del 1349-50

66

, è stato ripreso

alcuni anni fa, per il Quattrocento, da Stefano Benedetto, che ha uti-

lizzato il metodo di analisi tipologica di Georges Durand adattato alla

realtà piemontese. Egli ha classificato le proprietà secondo le loro com-

ponenti agrarie fondamentali e secondo le loro dimensioni totali, allo

scopo di comprenderne «le strutture dominanti e le associazioni coltu-

64

Ibid

., p. 118.

65

pascale

,

Fisionomia territoriale

cit., p. 234.

66

Ibid

., pp. 231 sgg.