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156

Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

poté trovarvi panni di Bruxelles, di Lovanio e di Louviers adatti alle

proprie esigenze

112

.

Altre botteghe di tessuti compaiono sia nell’estimo del 1363, sia in

quello, purtroppo incompleto, degli anni 1349-50; entrambi tuttavia

sono assai avari di indicazioni sul mondo dell’artigianato e del com-

mercio. Raramente se ne ha notizia esplicita; più spesso se ne evince

l’esistenza in base alle menzioni di drappi e di lana contenute nelle di-

chiarazioni fiscali dei contribuenti. A quanto pare commerciavano pre-

valentemente in panni di produzione locale, di cui, evidentemente, or-

ganizzavano assai spesso la produzione; non a caso assomigliavano non

di rado più a botteghe di lanaioli che di drappieri.

Negli anni 1349-50 il maggior contribuente del settore, Nicoletto

Calcagno, aveva per esempio in magazzino almeno 80 lire di panni to-

rinesi, lana e altre merci, ma meno di tre lustri dopo la sua bottega era

esplicitamente presentata nella dichiarazione fiscale del proprietario co-

me

lanateria

. Alla metà del secolo anche un imprenditore di assai mino-

ri ambizioni, Giovanni Baglioto, che per un lustro, negli anni Cinquanta,

prese in appalto con due diversi soci le gualchiere torinesi, dichiarava di

avere in magazzino lana e panni per un valore di 20 lire in moneta di

Vienne: panno di diversi colori diceva di avere anche il

lanerius

Gio-

vannone Maglieto. Lanieri e drappieri insieme erano probabilmente an-

che i Cornaglia: Giacomo, notaio, che nel 1349 denunciava all’estimo

62 lire in panni e lana, ed Enrichetto, Bartolomeo e Michele, figli del

fu Giovanni Cornaglia, che ne denunciavano 30 soltanto, ma che nel

1363 dichiaravano di avere crediti,

panni turinexi

, guado e altre

derate

per un valore di 80 lire. Si trattava insomma di uomini di affari impe-

gnati soprattutto, anche se probabilmente in modo non esclusivo, in pan-

ni di produzione locale. Ma si trattava pure, nella stragrande maggio-

ranza dei casi di lanieri-drappieri il cui magazzino, anche ammettendo-

vi investimenti di capitale 10-15 volte superiori a quelli dichiarati

all’estimo, non superava il valore di 200-300 lire in moneta di Vienne

113

.

112

Per la bottega torinese dei Provana e per quella dei Boatteri: CCT, rot. 7 (1325),

banna

;

rot. 16 (1340-41),

librate

. Nell’aprile 1327 il

dominus

Tommaso Provana e Franceschino Prova-

na compaiono in un elenco con i nominativi dei maggiori contribuenti torinesi tenuti a versare

una taglia per il pagamento della milizia: ASCT,

Ordinati

, 2, ff. 48, 49; edizione in

m. baima

(a

cura di),

Libri consiliorum 1325-1329. Trascrizione e regesto degli Ordinati comunali

, Torino 1996,

p. 109. Su Tommaso Provana e sull’attività mercantile della sua famiglia con particolare riferi-

mento ai panni francesi:

caffaro

,

Pineroliensia

cit., p. 324;

m. chiaudano

,

La costituzione di una

società commerciale a Pinerolo nel 1327

, in «BSBS»,

xlii

(1940), pp. 141-55;

sisto

,

Banchieri feu-

datari

cit., pp. 75-76. Sull’

apotheca Provanorum

di Pinerolo: AST, 60/1/1, rot. 4b (1310-11),

li-

brate

; rot. 6a (1315-16),

librate

. Per l’immigrazione dei Boatteri: ASCT,

Ordinati

, 7, ff. 23

r

-25

r

.

113

Nicoletto Calcagno: cfr. sopra, p. 137, nota 85 e testo corrispondente. Giovanni Boglioto:

ASCT, Pust. 1349, f. 33

r

;

bracco (

a cura di),

Acque, ruote e mulini

cit., II, p. 270. Giovannone