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Che quel gruppo di sei famiglie non rappresentasse una forza politi-

camente omogenea, ma al contrario fosse spaccato in due fazioni vio-

lentemente ostili fra loro, è cosa evidente se si pensa alla congiura del

1334, ordita proprio dai Sili e dagli Zucca, e alla posizione egemonica

che le altre quattro famiglie, della Rovere, Beccuti, Borgesio e da Gor-

zano, assunsero in città dopo il fallimento della cospirazione e la disgrazia

dei suoi organizzatori; ma già la scarsa documentazione duecentesca per-

mette d’intravvedere il formarsi dei due campi contrapposti. Si sa che

dopo la metà del Duecento, indebolita ormai l’autorità vescovile, Tori-

no era parsa per un istante sul punto di sottomettersi al ben più pro-

spero comune astigiano, prima d’essere costretta nel 1280 ad accettare

la dominazione sabauda; ora, è probabile che proprio i Sili e gli Zucca

avessero sostenuto, allora, l’alleanza del comune torinese con Asti. Nel

1256, l’anno cioè in cui i Torinesi accettarono per la prima volta un po-

destà astigiano, i Sili contavano nella maggior credenza ben dodici con-

siglieri, e uno gli Zucca; quattro ne avevano i Borgesio, due ciascuno i

Beccuti e i della Rovere. L’anno successivo, quando la fazione al pote-

re aveva avuto il tempo di consolidare la sua egemonia vincolando sem-

pre più strettamente la città ad Asti, un consiglio in gran parte rinno-

vato comprendeva ancor sempre dodici Sili, ma gli Zucca erano ora quat-

tro; i Borgesio erano saliti a sei, i della Rovere restavano due, ma i Beccuti

erano addirittura scomparsi: l’orientamento astigiano allora assunto dal

comune, evidentemente, aveva comportato l’emarginazione politica di

chi si era adoperato per una scelta diversa

3

.

Ancor più squilibrati appaiono, a quella data, i rapporti di forza all’in-

terno del capitolo cattedrale, dove gli Zucca e i Sili esercitavano di fat-

to un controllo ereditario sulle due maggiori dignità, rispettivamente

quelle di prevosto e arcidiacono. Oddone Zucca, infatti, è documenta-

to in carica come prevosto dal 1209 al 1224, Goffredo Zucca dal 1252

al 1278, Antonio Zucca dal 1286 al 1306, Oddone Zucca dal 1314 al

1332, Giovanni Zucca dal 1332 al 1339, e benché la scarsità della do-

Gruppi e rapporti sociali

163

3

q. sella

(a cura di),

Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur

, III, Roma 1880-

87, n. 941;

f. cognasso

,

Documenti inediti e sparsi sulla storia di Torino (998-1300)

, Pinerolo 1914

(BSSS, 65), n. 259;

f. gabotto

e

f. guasco di bisio

,

Il Libro Rosso del comune di Chieri

, Pinerolo

1918 (BSSS, 75), n. 110. Sui rapporti intercorsi in quegli anni fra Torino e Asti cfr.

t. rossi

e

f.

gabotto

,

Storia di Torino

, Torino 1914 (BSSS, 82), pp. 305-18, ed

e. artifoni

,

Una società di «po-

polo». Modelli istituzionali, parentele, aggregazioni societarie e territoriali ad Asti nel

xiii

secolo

, in

«Studi Medievali»,

xxiv

(1983), pp. 569-71. Che il prevalere, di volta in volta, della fazione fa-

vorevole ad Asti o di quella avversa comportasse non solo l’emarginazione, ma in qualche caso

l’espulsione fisica dei perdenti dalla città, è dimostrato dal trattato di pace fra Asti e Tommaso II,

del 5 novembre 1256, che contiene una clausola sul rientro «de hominibus qui recesserunt de Tau-

rino» (

sella

[a cura di],

Codex Astensis

cit., n. 905).