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la collocazione geografica di ciascun appezzamento: il territorio cittadi-

no era diviso ai fini fiscali in tre

fines

concentrici, e il carico fiscale, più

pesante sulle parcelle vicine alla città, si dimezzava per le proprietà si-

tuate a distanza intermedia, riducendosi a un quarto per le parcelle più

lontane. Quest’ultimo dato riflette la difficoltà di lavorare adeguata-

mente possedimenti così distanti, nonché il maggior pericolo cui i con-

tadini e i raccolti si trovavano esposti in tempo di guerra; sicché anche

sotto questo aspetto l’imponibile può essere considerato proporzionale

ai valori di mercato.

L’imposizione della taglia, in ogni caso, non era certamente un mo-

do rapido per far denaro, data l’estrema lentezza delle operazioni di ri-

scossione, e la difficoltà di perseguire efficacemente gli evasori. Consi-

deriamo un esempio. Il 29 luglio 1352 la credenza, per pagare un debi-

to di 600 fiorini, deliberò l’imposizione di una taglia di 12 denari per

ogni lira d’imponibile, poi aumentata a 15 denari. Il 18 settembre del-

lo stesso anno venne fissato il termine di scadenza per il pagamento, e

si diede facoltà al massaro del comune, il finanziere cioè che appaltava

per uno o più anni la gestione delle finanze comunali, di procedere al pi-

gnoramento dei beni di coloro che non avessero pagato. La resistenza

passiva dei contribuenti, tuttavia, rese assai problematiche le operazio-

ni di riscossione, e la minaccia di pignoramento non diede i risultati spe-

rati; sicché più di un anno dopo, il 1° dicembre 1353, parte di quella ta-

glia non risultava ancora riscossa

3

.

La scarsa fiducia nutrita nella taglia dalle autorità cittadine è con-

fermata dal particolare regime fiscale cui erano sottoposte le botteghe

di panni, che rappresentavano senz’altro gli esercizi commerciali più red-

ditizi esistenti in città. Nel 1369 il consiglio comunale decise che sette

botteghe avrebbero potuto, se volevano, essere esentate dalla taglia con-

tro un pagamento annuo, fissato dapprima a 20 lire. Il comune si assi-

curava in tal modo una fonte di reddito regolare e garantita, sottratta

alle incertezze e alle contestazioni della taglia, e non a caso a partire da

questa data si incontrano molto spesso assegnazioni di finanza sulla cen-

siva, come si prese a chiamarla, pagata dai mercanti di panni; così, ad

esempio, nel 1398 il tributo venne assegnato integralmente a mastro

Taddeo da Verona, maestro di scuola, in pagamento del suo salario

4

. I

mercanti, per parte loro, riconobbero certamente nella nuova misura

un’opportunità preziosa per ridurre, in modo perfettamente legale, il ca-

rico fiscale che sarebbe altrimenti gravato su di loro, come dimostra il

La classe dirigente e i problemi di una città in difficoltà

263

3

ASCT,

Ordinati

, 13, ff. 5, 14

v

, 77

r

.

4

ASCT,

Ordinati

, 15, f. 73

v

; 39, f. 12

v

.