

ti i cittadini
62
. Del resto nella coscienza civica del tempo la medicina
municipale appare strettamente associata alla scuola pubblica e rientra
tra i servizi di utilità sociale, considerati indispensabili per le esigenze
di una comunità, tanto che spesso nell’ordine del giorno di una stessa
seduta consiliare si ribadisce l’impegno a procurare alla città un medi-
co e un maestro di scuola, ambedue dotati di sufficiente competenza
professionale.
Se dunque negli anni Quaranta del
xvi
secolo il comune di Torino
finanziava il servizio medico, meno di vent’anni prima, esattamente nel
1327, non aveva avuto alcun esito la domanda di un certo
magister
Bo-
nifacio, fisico ed esperto nell’arte di Ippocrate, che si sarebbe impegnato
a trasferirsi stabilmente in città per servire la popolazione, in cambio di
un salario pubblico
63
, segno che all’epoca la collettività poteva contare
su una adeguata presenza di medici, comunque sufficiente a far fronte
alle esigenze locali. È infatti poco probabile che le autorità cittadine non
fossero ancora sensibilizzate al problema, tanto più che in alcune loca-
lità limitrofe, ad esempio a Moncalieri, era ormai invalsa la consuetudi-
ne di retribuire pubblicamente un medico
64
.
Come ai maestri, anche ai medici, non meno che ad altri professioni-
sti e lavoratori di molte località minori del Piemonte, e non solo, Torino
doveva apparire una meta abbastanza ambita, essendo ritenuta una sede
di lavoro interessante sia per la sua consistenza demografica, che pro-
metteva una clientela privata relativamente vasta, sia soprattutto – dal
primo Quattrocento – per la presenza di un centro di studi a livello uni-
versitario. Del resto sin dagli anni Sessanta del Trecento doveva funzio-
nare in città una scuola privata di medicina («studium fisice») gestita dal
medico Giovannetto de Podio, esponente di una famiglia dell’oligarchia
torinese; non conosciamo tuttavia le caratteristiche né l’esito di quell’ini-
ziativa, che il comune cercò comunque di sostenere con una sovvenzio-
ne, anche se modesta
65
. La figura del medico Giovannetto appare co-
stantemente presente sulla scena torinese per gran parte della seconda
metà del Trecento: sempre impegnato nell’attività sanitaria come libero
professionista, ma soprattutto disponibile anche in tempo di epidemia,
La classe dirigente e i problemi di una città in difficoltà
291
62
ASCT,
Ordinati
, 10, f. 28
r-v
, verbale del 18 marzo 1346. Per la figura del medico conven-
zionato e retribuito con salario pubblico si veda
i. naso
,
L’assistenza sanitaria negli ultimi secoli del
medioevo; I medici «condotti» delle comunità piemontesi
, in
Città e servizi sociali nell’Italia dei seco-
li
xii-xv
(Atti del Convegno internazionale di studio a cura del Centro Italiano di Studi di storia
e d’arte, Pistoia 9-12 ottobre 1987), Pistoia 1990, pp. 277-96.
63
ASCT,
Ordinati
, 2, f. 65
r
, verbale del 9 agosto 1327.
64
naso
,
Medici e strutture sanitarie
cit., p. 32.
65
ASCT,
Ordinati
, 14, f. 70
r
, verbale del 13 settembre 1366.