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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

Il primo posto fra gli albergatori torinesi spetta senza dubbio ai de

Colleto, padroni dell’albergo del Cappello, affacciato sulla «strata pu-

blica» di Porta Palazzo, a pochi passi dai mercati: il più importante

della città, e il solo i cui proprietari fossero tenuti a pagare una censi-

va annua a titolo di contributo alle finanze comunali, simile a quella

pagata dalle botteghe di panni

48

. Ciò che maggiormente colpisce nella

vicenda di questa locanda, e dei suoi proprietari, è la lunga durata: l’al-

bergo venne aperto da un Colleto detto Volvera, certamente dal suo

luogo d’origine, che viveva a Torino già nel 1319, e i suoi discenden-

ti continuarono a risiedere nella stessa casa e a gestire la locanda per

almeno sette generazioni, sicché ancora nel catasto del 1523 Bastiano

de Colleto risulta proprietario del medesimo albergo, detto ora del Cap-

pel Rosso.

Il volume d’affari, facilmente ricostruibile attraverso il numero di

letti che i proprietari dichiaravano a catasto, conobbe tuttavia note-

voli oscillazioni nel corso del tempo; e in particolare nel secondo Tre-

cento risentì fortemente della congiuntura sfavorevole che stava pro-

gressivamente strangolando l’economia torinese. Nel 1349 l’albergo

contava ben quattordici letti, oltre a una cantina con cinque botti di

vino; nel 1363, dopo che una seconda pestilenza aveva colpito la città,

i letti erano ancora dodici, ma già sei anni più tardi erano scesi a cin-

que, e a quattro nel 1380. L’albergo sopravvisse tuttavia agli anni più

difficili, quelli a cavallo del nuovo secolo, e col ritorno di una con-

giuntura più favorevole non tardò a conoscere una nuova prosperità;

sicché nel 1436 era tornato a disporre di otto letti, saliti a dodici nel

1442. Altri alberghi, come quello tenuto dall’ostessa Margarita dal Pino

in faccia a Porta Susa, ed ereditato poi dalla famiglia di suo marito, i

Lanerio, che continuarono a tenerlo aperto per gran parte del Quat-

trocento, permettono di riscontrare un’identica contrazione dei letti

fra la fine del Trecento e l’inizio del nuovo secolo; anche le vicende

delle attrezzature alberghiere riflettono così, a loro modo, gli alti e bas-

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L’esatta collocazione dell’albergo è facilmente identificabile confrontando le dichiarazioni

catastali della famiglia, che risiedette sempre, per molte generazioni, nello stesso isolato del quar-

tiere di Porta Doranea, quello delimitato dalle due «strate publice» di Porta Palazzo e di Porta Fi-

bellona (oggi via Porta Palatina e via Garibaldi), con la ricostruzione del tessuto urbano quattro-

centesco proposta da

bonardi

,

Dai catasti al tessuto urbano

cit. (cfr. specialmente p. 110). L’alber-

go dei de Colleto, chiamato dapprima del Cappello e poi del Cappel Rosso, era uno degli immobili

di maggior valore in città: nel catasto del 1415 venne valutato 6 lire e 8 soldi di imponibile, pari

in assoluto al secondo imponibile registrato per una singola abitazione. Per la «censsiva» dovuta

cfr. ASCT,

Ordinati

, 39, f. 12

v

.