

288
Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
Di natura meramente sanitaria erano le misure relative alla ricerca e
individuazione dei lebbrosi. L’isolamento di questi malati, che nella
mentalità comune venivano considerati un pericolo e una vergogna per
la società, doveva essere già regolamentato da tempo anche a Torino,
dove trovò una più organica sistemazione nella normativa statutaria tre-
centesca: ogni anno il consiglio di credenza avrebbe dovuto provvede-
re all’elezione di due
probi viri
, incaricati di identificare i lebbrosi in
città per consegnarli al giudice e ai clavari della curia, vietando conte-
stualmente ai Torinesi di offrire loro ospitalità
52
.
La testimonianza più palese dell’impegno costante per i problemi del-
la salute pubblica, che caratterizzò l’attività del governo torinese negli
ultimi secoli del medioevo, è la relativa frequenza di disposizioni in ma-
teria di sanità che emerge dai
Libri consiliorum
, meglio noti come
Ordi-
nati
, in cui sono contenuti i verbali del consiglio di credenza
53
. In linea
con una tendenza diffusa in tutto il Piemonte, sebbene con un certo ri-
tardo rispetto ad altre aree dell’Italia centro-settentrionale, la politica
sanitaria ricoprì dunque un ruolo abbastanza rilevante nella vita citta-
dina torinese, almeno dal primo Trecento. Ne risulta non solo l’affer-
mazione o la conferma di principî normativi a carattere igienico-sanita-
rio, che trovarono una formalizzazione nel testo statutario, ma anche –
come si vedrà – l’istituzione della figura del medico comunale. Tuttavia
gli
Ordinati
si conservano solo a partire dal 1325 e inoltre la serie pre-
senta qualche lacuna, anche abbastanza significativa; per i limiti stessi
della documentazione, le notizie incominciano perciò ad intensificarsi
dopo la metà del
xiv
secolo.
La peste del 1348-50 fece anche a Torino numerose vittime, ridu-
cendo – secondo stime abbastanza attendibili – la popolazione urbana di
circa un terzo, tanto che si sentì forse l’esigenza di avviare la verifica
dell’entità delle perdite attraverso la redazione di un nuovo catasto, de-
cisa il 14 dicembre 1348. Successive ondate epidemiche, di natura non
sempre facilmente identificabile, contribuirono ad accentuarne il decli-
no demografico, che sembra aver toccato il culmine intorno agli anni Ven-
ti del
xv
secolo, quando la città doveva contare meno di 4000 abitanti
54
.
52
BSSS, 138/1, p. 122, rub. 260.
53
La serie degli
Ordinati
è conservata presso l’Archivio Storico della Città di Torino (ASCT).
Cfr. oltre, in questo stesso volume,
i. naso
,
La scuola
, p. 328, nota 3.
54
r. comba
,
La popolazione in Piemonte sul finire del medioevo. Ricerche di demografia storica,
Torino 1977 (BSS, 199), pp. 42-53 e in particolare per Torino
id
.,
La popolazione urbana: dati e
problemi
, in
id
.,
Contadini, signori e mercanti nel Piemonte medievale
, Roma-Bari 1988, pp. 73-84.
Sull’importanza delle denunce catastali per lo studio dell’andamento demografico nella Torino tar-
domedievale si veda
bonardi
,
L’uso sociale dello spazio urbano
cit., pp. 143-99.