

bili a una religiosità fondata sulle opere di misericordia, individui che
destinano parte dei loro beni per la creazione di un ente deputato «ad
hospitalitatem Dei pauperum».
Non si tratta, evidentemente, di una novità: neanche per Torino, do-
ve singoli individui e lo stesso comune avevano in precedenza dato vita
a istituzioni ospedaliere
8
. Né «nuovo» può essere considerato il ricorso
all’ordine dei Crociferi che, nato all’incirca intorno alla metà del
xii
se-
colo, negli anni Venti del Duecento risulta ampiamente diffuso in gran
parte della penisola
9
. Per altro verso, non trascurabile è, invece, il rife-
rimento a «fratres» degli ospedali crociferi di Milano e Asti a indicare
due direzioni, due punti di riferimento religioso che si riproporranno
nel corso del
xiii
secolo.
Verso la metà del luglio 1244 il «dominus» Giovanni Cane, «civis
Taurinensis», a sua volta, decide di fondare un ospedale nel quale «pau-
peres debiles et captivi et egeni ibidem venientes et descendentes et
transitum facientes lectum ibi inveniant, victum, ignem et alia corporis
necessaria et eis subministrentur»: i suoi intendimenti, mentre preve-
dono di compensare e porre rimedio ai «mala» commessi e ai redditi usu-
rai ottenuti «ab ignotis», sono di conquistare il perdono e la misericor-
dia di Dio grazie ai «meriti» che egli acquisirà con la «misericordia» di
cui potranno godere gli ospiti dell’ospedale
10
.
Il nuovo ente assistenziale viene affidato agli Umiliati, i quali in
precedenza già erano stati beneficiati da Giovanni Cane. Egli invita
gli Umiliati a edificare l’ospedale in un terreno «iuxta fossata Tauri-
ni» nei pressi della chiesa di San Francesco. Il rappresentante di quel-
l’ordine religioso è impersonato dal «dominus» Guglielmo de Bellino,
preposito della chiesa di San Cristoforo di Vercelli, il quale agisce a
nome della «mansio et ecclesia eiusdem ordinis quam habent et possi-
dent in Taurino, vel in finibus Taurini, apud ecclesiam Santi Soluto-
ris minoris».
Vita religiosa e uomini di Chiesa in un’età di transizione
299
rani
,
g. b. rossano
e
m. vanzetti
(a cura di),
Carte varie a supplemento e complemento dei volumi
II, III, XI, XII, XIII, XIV, XV, XXII, XXXVI, XLIV, LXVII, LXVIII della Biblioteca della Società sto-
rica subalpina
, Pinerolo 1916 (BSSS, 86), p. 67, doc. 54 (a. 1195).
8
Cfr.
g. g. merlo
,
Tra «vecchio» e «nuovo» monachesimo (dalla metà del
xii
alla metà del
xiii
secolo)
, in
Dal Piemonte all’Europa: esperienze monastiche nella società medievale
, Torino 1988,
pp. 192-95;
sergi
,
L’aristocrazia della preghiera
cit., pp. 43 sg., 49-52.
9
Si tratta di un ordine ospedaliero sinora non studiato come meriterebbe: intorno alla storia
di tale ordine cfr., ora,
g. p. pacini
,
Fra poveri e viandanti ai margini della città: il «nuovo» ordine
ospitaliero dei Crociferi fra secolo
xii
e
xiii
, in
Religiones novae
, Verona 1995, pp. 57-85 (Quaderni
di storia religiosa, 2).
10
BSSS, 44, pp. 299-308, doc. 21.