Table of Contents Table of Contents
Previous Page  318 / 852 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 318 / 852 Next Page
Page Background

304

Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

tipo già utilizzato qualche secolo prima per il vescovo di Alba

27

. Tutta-

via, non è da trascurare l’ideale «monastico» che, secondo frate Sa-

limbene, Giacomo II sembra coltivare, poiché avrebbe paragonato il

suo gesto di rinuncia a uno analogo di san Benedetto «qui deseruit ali-

quos monachos, eo quod ipsos discolos invenisset et malos»

28

. Né è da

trascurare il fatto che Giacomo, «quondam episcopus Taurinensis»,

continui a rimanere in contatto con uomini della curia romana, con le

gerarchie ecclesiastiche genovesi e con papa Innocenzo IV, il quale nel

novembre 1243 lo invita, qualora gli dovesse affidare la scelta del ve-

scovo di Torino, a far cadere la preferenza su Nicolao, preposito di Ge-

nova e «camerarius» dello stesso pontefice

29

.

Da ambienti propriamente monastici proveniva, invece, Giovanni

Arborio, eletto nel maggio 1244 vescovo di Torino dal legato pontificio

Gregorio di Montelongo

30

. Egli era abate dell’antico cenobio di San Ge-

nuario, in diocesi di Vercelli, e non dovette far fatica a comprendere il

significato della scelta eremitica del suo cappellano, prete Taurino, il

quale, nell’ottobre 1250

31

, gli chiese di poter intraprendere una forma

di vita regolare sul Mombracco, «qui est inter Bargias et Sanctum Fron-

tem et Revellum», da condurre insieme ad altri imprecisati «socii eius

et coadiutores clerici et layci» e secondo una fisionomia istituzionale

non ancora determinata, ovvero da scegliere in seguito («licenciam fa-

ciendi, eddificandi et construendi ecclesiam regularem vel plures eccle-

sias regulares vel heremitarum»). Il luogo, «propter excelsitudinem, ar-

duitatem, asperitatem et pauperiem», ben si prestava a rinnovare e a far

rivivere il mito della dura ed esemplare esistenza degli antichi «santi pa-

dri del deserto»

32

. Prete Taurino, per la realizzazione del suo proposito

di santità, trova nel vescovo eletto Giovanni di Arborio un interlocu-

tore assai sensibile e disponibile.

Le aspirazioni religiose più consapevoli e rigorose, che fonti e docu-

menti lasciano intravedere, paiono spingere lontano dal centro della dio-

cesi: il vescovo Giacomo II si rifugia in un monastero genovese; il cap-

pellano vescovile Taurino si ritira nelle solitudini del bellissimo monte

27

Cfr.

r. comba

,

Metamorfosi di un paesaggio rurale. Uomini e luoghi del Piemonte sud-occiden-

tale fra

x

e

xvi

secolo

, Torino 1983, pp. 27 sg.

28

salimbene de adam

,

Cronica

cit., I, p. 473.

29

BSSS, 65, p. 157, doc. 152.

30

f. savio

,

Gli antichi vescovi d’Italia dalle origini al 1300 descritti per regioni. Il Piemonte

, To-

rino 1899 (ristampa anastatica Bologna 1971), pp. 372 sg.

31

s. provana di collegno

,

Notizie e documenti di alcune certose del Piemonte

, in «Miscellanea

di Storia Italiana», serie III,

i

(1895), pp. 254-56, doc. 101.

32

Cfr.

merlo

,

Tra «vecchio» e «nuovo»

cit., p. 196.