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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
a Lantelmo, preposito della prevostura regolare di Oulx, e a Bernardo,
precettore di Sant’Antonio di Ranverso, la scelta del successore: scelta
che cadde, benché non avesse raggiunto l’età legittima, su Tommaso di
Savoia, canonico di Parigi e fratello del conte Filippo, principe d’Acaia,
«dominus in terra Pedemontis»
39
. Le ragioni di siffatta scelta sono
espresse in modo chiarissimo nel documento del 6 agosto 1300
40
, quan-
do in esso si afferma che attraverso il nuovo prelato sabaudo, grazie al
conseguente supporto del potente fratello, la Chiesa di Torino, «cuius
iura illicite a pluribus sunt subtracta et usurpata indebite detinentur»,
avrebbe potuto «resurgere et ad debitum statum multipliciter reffor-
mari». Le motivazioni politiche di un’elezione ecclesiastica non potreb-
bero evidenziarsi in modo migliore, benché non manchino rituali riferi-
menti alla «litterarum scientia», alla «morum honestate vita», alla «lau-
dabilis et honesta conversatio» e alle «alie virtutes» di Tommaso di
Savoia. La «sancte Taurinensis ecclesie utilitas» richiedeva allora un ro-
busto raccordo con il conte Filippo di Savoia, colui che deteneva il più
alto potere politico-territoriale «in terra Pedemontis»
41
: e ciò era tanto
più necessario pensando che erano in corso consistenti fenomeni di il-
legittima erosione dei diritti vescovili (che poi di tali fenomeni, in un
passato anche molto recente, fossero stati attori gli stessi Savoia era una
considerazione che gli «arbitri seu commissarii» e i membri del capito-
lo cattedrale non ritenevano di dover riproporre).
Ciononostante, ancora una volta il papato optò per un’altra soluzio-
ne. Con lettera del 6 novembre 1301
42
Bonifacio VIII comunicava di
non poter condividere la scelta caduta su Tommaso di Savoia «non vi-
tio persone, sed ex certis aliis causis», a questi preferendo Tedisio cap-
pellano pontificio e canonico di Amiens, di origine genovese. Con Te-
disio si inaugura una stagione di stabilità dell’episcopato torinese grazie
anche alla sostanziale convergenza di interessi, per quanto concerne la
cattedra di Torino, tra Savoia-Acaia e papato. D’altro canto, lo stesso
clero torinese non pare più in grado, anche tra coloro che esprimono po-
sizioni antisabaude, di rivendicare una propria autonoma funzione. Gli
elementi di stabilità e di continuità si rinvengono nel fatto che nel 1319
39
BSSS, 106
, pp. 176-79, doc. 90 (a. 1300).
40
Ibid.
, pp. 178 sg.
41
Il più recente contributo su Filippo d’Acaia è di
r. comba
,
Le villenove del principe. Conso-
lidamento istituzionale e iniziative di popolamento fra i secoli
xiii
e
xiv
nel Piemonte sabaudo
, in
Pie-
monte medievale. Forme del potere e della società. Studi per Giovanni Tabacco
, Torino 1985, pp. 123-
141 (poi in
id
.,
Contadini, signori e mercanti nel Piemonte medievale
, Roma-Bari 1988, pp. 40-55,
181-86).
42
BSSS, 106
, pp. 187-89, doc. 93.