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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

archiepiscopi sigillo munita»

48

. Nella sinodo torinese del maggio 1351 il

vescovo Tommaso «publicavit seu fecit publicari solempniter constitu-

ciones provinciales et synodales, faciendo ipsas legi de verbo ad verbum

a principio usque ad finem»

49

. Da ultimo, nel dicembre 1379 l’arcipre-

te Giovanni dichiara di aver partecipato alle sinodi diocesane del 1377

e del 1378 e di aver udito il vescovo Giovanni leggere e pubblicare le

«constituciones provinciales» dell’arcivescovo milanese

50

.

3.

La fisionomia aristocratica del capitolo cattedrale.

Abbiamo visto come il capitolo cattedrale torinese, per larga parte

del Duecento, cerchi di affermare, con scarsi risultati, una propria vo-

lontà di autonomia, ecclesiastica e non, in particolare quando si trat-

tava di eleggere un nuovo vescovo. I canonici, condizionati dai propri

legami parentali e avvolti in un giuoco politico ad alto livello, mai rie-

scono a imporre un proprio candidato sulla cattedra di Torino, pur

quando esso sia un membro della stirpe sabauda. Anzi, la potenza ca-

pitolare sembra diminuire rapidamente nel corso della seconda metà

del

xiii

secolo. Parallelamente però, in armonia con l’andamento del

governo episcopale, il capitolo tende a rendere più regolari i propri fun-

zionamenti. Innanzitutto, esso disciplina gli aspetti economici connes-

si con le prebende. Dell’aprile 1277 sono gli «ordinamenta seu statu-

ta»

51

emanati dal preposito Gotofredo e dai canonici che muovono dal-

l’esigenza di definire con precisione (e, se del caso, potenziare) le singole

prebende, eliminando le occasioni di contrasto che potevano nascere

tra i singoli componenti, e le entrate comuni da distribuire in occasio-

ne delle celebrazioni liturgiche, oltre che di ridurre al minimo la sot-

trazione di risorse dovute alle «assenze» dei canonici e alle prebende

«vacanti».

È una linea di comportamento che continua nel tempo e trova il con-

senso e l’appoggio episcopale: nel 1288 il vescovo Goffredo, conside-

rando che «propter guerras et multas alias malas condiciones redditus

et proventus personarum et canonicorum serviencium ecclesie Tauri-

nensi adeo facti fuerunt tenues et exiles quod Divini numinis cultus, qui

augeri debuerat, extiterat diminutus», sottomette e unisce al capitolo la

48

Ibid.

49

Ibid.

, p. 159.

50

AAT, Protocolli notarili, 6.13, ff. 39

r

-44

r

.

51

BSSS, 106

, pp. 146-52, doc. 79.