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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
La s i tuaz i one a l l ’ i n i z i o de l Qua t t rocento : i so l e
for t i f i ca t e e r e l i t t i toponoma s t i c i .
Lo spopolamento, il «tuchinaggio», le contese fra Savoia, Paleologi
e Visconti, il caldo confine con il Monferrato che passa proprio ai limi-
ti del territorio comunale, poco al di là della Stura, le imprese di Faci-
no Cane. Tutto congiura affinché le campagne torinesi non presentino
certo, all’inizio del Quattrocento, condizioni favorevoli all’insediamen-
to sparso. Infatti sulla scorta degli estimi si riscontra una situazione di
quasi completo spopolamento e abbandono. Soltanto alcuni grandi e im-
portanti complessi di carattere religioso o patrizio emergono in uno spa-
zio privo di insediamenti. Fra i primi, costituiscono punti fondamenta-
li di riferimento alcuni monasteri e fondazioni, quali i San Solutore,
maggiore e minore, che sono posti nelle immediate vicinanze della città
e coordinano grandi patrimoni fondiari, oppure Santa Maria di Pozzo
Strada, posta più lontano, lungo la strada di Francia, verso Rivoli; la sua
chiesa e il cenobio sono affiancati da un ospizio e protetti da una tor-
re
60
. San Giacomo di Stura sorge invece presso il confine con Settimo.
Da essa dipende l’ospizio di Santa Maria, collocato sulla strada di ac-
cesso a Torino dal lato nord-orientale, nelle immediate vicinanze del
ponte sulla Stura
61
. Spesso posti sulle principali vie d’accesso alla città,
dotati di ampi patrimoni, come confermato dalle numerosissime men-
zioni in qualità confinanti nelle registrazioni degli estimi, costituiscono
veri poli di organizzazione del territorio e imprescindibili punti di rife-
rimento topografici
62
.
Un ruolo analogo svolgono anche alcuni complessi appartenenti alle
principali famiglie del patriziato urbano. Fra di esse un posto di spicco
merita la famiglia Beccuti, a cui appartengono il castello e l’insediamento
di Lucento e il «palazzo» del Viboccone.
Alla fine del Trecento i Beccuti hanno già organizzato una compat-
ta presenza patrimoniale intorno al loro «castrum et ayrale Luxenti»,
60
Cfr.
cibrario
,
Storia di Torino
cit., p. 28; per San Solutore cfr.
f. cognasso
(a cura di),
Car-
tario dell’abazia di San Solutore di Torino (1006-1303)
, Pinerolo 1908 (BSSS, 44);
m. adriano
,
L’ab-
bazia di San Solutore di Torino nei primi tre secoli della sua vita
, dattiloscritto presso il Dipartimen-
to di Storia, Università di Torino.
61
Cfr.
cibrario
,
Storia di Torino
cit., p. 29;
pascale
,
Fisionomia territoriale
cit., p. 233, con
notizie anche sugli altri ospizi e ospedali;
r. precerutti
,
Fondazione e crescita di San Giacomo di
Stura nel contesto sociale del comune torinese
, dattiloscritto presso il Dipartimento di Storia, Uni-
versità di Torino.
62
Cfr.
s. artusio ferrari sacco
,
Gli enti ecclesiastici e i loro patrimoni nella topografia del ter-
ritorio torinese sulla base di alcuni catasti del
xiv
secolo
, dattiloscritto presso il Dipartimento di Sto-
ria, Università di Torino.