Table of Contents Table of Contents
Previous Page  465 / 852 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 465 / 852 Next Page
Page Background

456

Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

La s i tuaz i one a l l ’ i n i z i o de l Qua t t rocento : i so l e

for t i f i ca t e e r e l i t t i toponoma s t i c i .

Lo spopolamento, il «tuchinaggio», le contese fra Savoia, Paleologi

e Visconti, il caldo confine con il Monferrato che passa proprio ai limi-

ti del territorio comunale, poco al di là della Stura, le imprese di Faci-

no Cane. Tutto congiura affinché le campagne torinesi non presentino

certo, all’inizio del Quattrocento, condizioni favorevoli all’insediamen-

to sparso. Infatti sulla scorta degli estimi si riscontra una situazione di

quasi completo spopolamento e abbandono. Soltanto alcuni grandi e im-

portanti complessi di carattere religioso o patrizio emergono in uno spa-

zio privo di insediamenti. Fra i primi, costituiscono punti fondamenta-

li di riferimento alcuni monasteri e fondazioni, quali i San Solutore,

maggiore e minore, che sono posti nelle immediate vicinanze della città

e coordinano grandi patrimoni fondiari, oppure Santa Maria di Pozzo

Strada, posta più lontano, lungo la strada di Francia, verso Rivoli; la sua

chiesa e il cenobio sono affiancati da un ospizio e protetti da una tor-

re

60

. San Giacomo di Stura sorge invece presso il confine con Settimo.

Da essa dipende l’ospizio di Santa Maria, collocato sulla strada di ac-

cesso a Torino dal lato nord-orientale, nelle immediate vicinanze del

ponte sulla Stura

61

. Spesso posti sulle principali vie d’accesso alla città,

dotati di ampi patrimoni, come confermato dalle numerosissime men-

zioni in qualità confinanti nelle registrazioni degli estimi, costituiscono

veri poli di organizzazione del territorio e imprescindibili punti di rife-

rimento topografici

62

.

Un ruolo analogo svolgono anche alcuni complessi appartenenti alle

principali famiglie del patriziato urbano. Fra di esse un posto di spicco

merita la famiglia Beccuti, a cui appartengono il castello e l’insediamento

di Lucento e il «palazzo» del Viboccone.

Alla fine del Trecento i Beccuti hanno già organizzato una compat-

ta presenza patrimoniale intorno al loro «castrum et ayrale Luxenti»,

60

Cfr.

cibrario

,

Storia di Torino

cit., p. 28; per San Solutore cfr.

f. cognasso

(a cura di),

Car-

tario dell’abazia di San Solutore di Torino (1006-1303)

, Pinerolo 1908 (BSSS, 44);

m. adriano

,

L’ab-

bazia di San Solutore di Torino nei primi tre secoli della sua vita

, dattiloscritto presso il Dipartimen-

to di Storia, Università di Torino.

61

Cfr.

cibrario

,

Storia di Torino

cit., p. 29;

pascale

,

Fisionomia territoriale

cit., p. 233, con

notizie anche sugli altri ospizi e ospedali;

r. precerutti

,

Fondazione e crescita di San Giacomo di

Stura nel contesto sociale del comune torinese

, dattiloscritto presso il Dipartimento di Storia, Uni-

versità di Torino.

62

Cfr.

s. artusio ferrari sacco

,

Gli enti ecclesiastici e i loro patrimoni nella topografia del ter-

ritorio torinese sulla base di alcuni catasti del

xiv

secolo

, dattiloscritto presso il Dipartimento di Sto-

ria, Università di Torino.