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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

descritto dalle fonti come circondato da un muro e posto al centro di un

patrimonio di oltre 150 giornate

68

. Su quest’area nel Cinquecento verrà

edificato il Regio Parco.

Oltre la Dora, in un’area nella quale già nel Duecento è attestata la

presenza di un

castellatium

, con probabile riferimento alle rovine di un

edificio di una certa importanza, sorge un «airale cum foxato, tecto et

aira vocato Vialbis [

sic!

]» appartenente alla famiglia Borgesio

69

. Lo stes-

so complesso viene definito nell’estimo del 1445 «domus cum fossale,

aira et tectis» e nel 1464, quando è ormai passato nelle mani di Do-

menico Scaravelli, «palacium cum cassinis»

70

. Pur con tutte le cautele

del caso, suggerite dall’ambiguo e sempre insidioso rapporto fra storia

delle parole e storia delle cose, non pare azzardato ipotizzare che nel

tempo tale complesso si sia progressivamente consolidato acquisendo

importanza e prestigio. Ciò che è indubbio è il fatto che il territorio da

esso organizzato abbia subito una consistente risistemazione e ri-

organizzazione in concomitanza con il cambiamento di proprietà, pas-

sando da una superficie di 133 giornate, divise fra arativo e gerbido, a

una di 281, in cui assume importanza fondamentale il prato irriguo. Ta-

le riorganizzazione è il frutto di un’oculata politica di accorpamento

dei possessi che lo Scaravelli, importante lanaiolo vercellese dedito pro-

babilmente anche alle attività finanziarie e recentemente immigrato,

ha perseguito anche grazie a favorevoli permute con il comune e alla

società con i Beccuti per la costruzione di un nuovo canale di irriga-

zione

71

. Ulteriori innovazioni e miglioramenti gestionali sono in segui-

to apportati dagli eredi, che costruiscono nuovi edifici e scindono il

complesso in due unità autonome affittate separatamente

72

.

L’edificio principale, peraltro, costituisce un bellissimo esempio di

continuità in epoca moderna, dal momento che il Grossi, alla fine del

Settecento, menziona l’esistenza di una cascina chiamata «il Scaravel-

lo», in cui si segnala un «grosso, ed antico edificio, in un angolo del qua-

le evvi una torre»

73

.

Incerta appare la definizione terminologica di un altro nucleo inse-

68

Il toponimo si rinviene già in BSSS, 44, doc. 21 (14-15 luglio 1244); sul «cassale», proba-

bilmente un’area edificabile, cfr.

p. carmine

,

Accertamenti demografici nel Comune di Torino fra il

Trecento e il Quattrocento

, dattiloscritto presso il Dipartimento di Storia, Università di Torino.

69

ASCT, Pust. 1415, f. 2

r

: l’edificio è citato in

g. b. rossano

(a cura di),

Cartario della prevo-

stura poi abazia di Rivalta Piemonte fino al 1300

, Pinerolo 1912 (BSSS, 68).

70

ASCT, Pust. 1445, f. 3

v

; Dor. 1464, f. 19

r

.

71

ASCT, Carte Sciolte, n. 3947;

Ordinati

, 78, anni 1460-64, f. 134

v

(11 gennaio 1463).

72

Cfr.

barbero

,

Un’oligarchia urbana

cit., pp. 124-25.

73

g. a. grossi

,

Guida alle cascine e vigne del territorio di Torino e suoi contorni

, I, Torino 1790,

p. 146.