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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
non è che l’annuncio di un fenomeno che accelera con decisione nel ven-
tennio successivo e che si manifesta nel 1464 in forme ancora più evi-
denti. Ovunque si moltiplicano le costruzioni: considerando l’Oltrepò
si contano ormai otto
domus
e diciotto fra tetti e benne. Soprattutto
questi ultimi sono spesso edifici modesti, a cui fanno capo proprietà di
poche giornate occupate soprattutto dalla vite e appartenenti a medi pro-
prietari
87
. Non mancano però costruzioni e poderi più cospicui, come le
due case sorte in regione Valpiana, appartenenti a Giovanni Ganziato-
re e Giovanni Falconerio, dotate ciascuna di una trentina di giornate di
terra
88
, oppure come quella di Cristoforo de Cambiago, posta in regio-
ne Sargnasco, attorno alla quale sono disposte un centinaio di giornate
di terra, di cui 10 destinate alla vigna, 14 all’alteno, 12 al prato, 44 al-
l’arativo e 20 al bosco. Si tratta, come risulta evidente, di un comples-
so compattamente organizzato in grado di fornire il ventaglio completo
delle principali produzioni agricole e, in effetti, il suo possessore non di-
chiara altro nell’estimo se non una casa nel quartiere di Porta Pusterla
89
.
Al di là della Dora è in atto un processo analogo e sorgono nuovi edi-
fici. Oltre ai complessi e agli edifici già segnalati in precedenza, vi si
contano ormai sette tetti e quattro case. Di particolare rilievo, in que-
sta zona, la
domus
di Millano Iorderia, da cui dipendono un centinaio
di giornate suddivise fra arativo e prato irriguo
90
, e quella dei fratelli de
Madio, che organizza un podere di 120 giornate, di cui oltre 30 desti-
nate a prato irriguo
91
.
Allontanandosi ancora dalla città e attraversata la Stura si incontra-
no i poderi dei Ranotti, che nel frattempo si sono ulteriormente conso-
lidati: la casa iniziata vent’anni prima è ora divenuta una «cassina cum
tectis» dotata di oltre 150 giornate di arativo e di prato, mentre la già
citata «domus cum tectis» è adesso definita «ayrale cum domo, tectis,
orto». Intorno si collocano ben 80 giornate di prato irriguo e altrettan-
te di arativo, nei dintorni altre decine di giornate appartengono alla stes-
sa famiglia
92
. Questo complesso costituisce il nucleo originario del Vil-
laretto, borgata tutt’ora esistente, dove si rileva oramai anche l’airale
87
ASCT, Nuova 1464, f. 21
r
; Marm. 1464, ff. 18
v
, 30
v
, 84
r
, 118
r
, 121
v
; Dor. 1464, ff. 5
v
,
31
r
, 47
v
, 50
v
, 59
r
, 76
r
, 81
r
, 96
r
, 106
v
, 133
r
, 186
v
; Pust. 1464, ff. 3
r
, 4
v
, 5
r
, 22
v
, 29
v
, 42
v
, 47
v
,
58
v
.
88
ASCT, Dor. 1464, ff. 55
r
, 62
r
.
89
ASCT, Pust. 1464, f. 17
v
.
90
ASCT, Nuova 1464, ff. 14
v
, 39
r
, 64
r
, 107
v
; Dor. 1464, ff. 5
r
, 13
v
, 23
r
, 186
r
; Pust. 1464,
f. 17
v
.
91
ASCT, Pust. 1464, f. 49
r
.
92
ASCT, Nuova 1464, ff. 64
r
, 83
r
.