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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

Per converso, un’area precedentemente poco significativa dal punto

di vista dell’insediamento sparso, quella a mezzogiorno della città, ap-

pare in notevole sviluppo nell’estimo del 1488. Vi sorgono ora numero-

si edifici, in particolare verso gli estremi limiti del territorio torinese,

presso le rive del Sangone e ai confini con Moncalieri e Beinasco. Si trat-

ta dell’area a più spiccata vocazione cerealicola, nella quale tuttavia l’al-

teno progredisce con vigore. Le aziende agricole tendono qui a essere

assai compatte ed estese e, appena superano la soglia delle 30 giornate,

e talora anche al di sotto di essa, sono organizzate intorno a un

tectum

107

.

Talune di esse, le cui superfici sono comprese fra le 40 e le 70 giornate,

sono caratterizzate addirittura dalla presenza di più di un edificio, ge-

neralmente un tetto e una piccola casa

108

. Il principale insediamento del-

la zona è senza dubbio quello appartenente alla famiglia Scaravelli, già

precedentemente ricordato. Esso viene definito «cassinam unam sive

grangiam cum suis ayra, tecto, furno» ed è posto al centro di un’azien-

da di circa 150 giornate

109

. Si tratta quindi di un vero centro di condu-

zione agricola, fornito di tutti gli spazi e gli edifici idonei a ospitare sta-

bilmente una famiglia di coloni. Non lontano si trovano le proprietà di

Nicolino Lingotti: oltre 100 giornate di terra con un «tecto et aliis edi-

ficiis»

110

, su cui converrà ritornare.

La campagna a nord-est di Torino, che già alla metà del Quattro-

cento è relativamente ricca di edifici sparsi, in particolare oltre la Dora

e la Stura, si conferma anche nel 1488 come significativa da questo pun-

to di vista. Gli edifici censiti sono oltre 60. Fra questi il castello di Lu-

cento, i

palacia

degli Scaravelli e dei de Strata, il Viboccone dei Beccu-

ti, già precedentemente ricordati. Accanto a essi continua a svilupparsi

un tessuto insediativo minore, formato da case e tetti ai quali fanno ri-

ferimento aziende agricole di medie dimensioni, caratterizzate da una

importante presenza del prato irriguo. Rispetto a quelli già studiati in

altre aree del territorio torinese, tali insediamenti sembrano distinguersi

per due elementi. Da un lato è più marcato l’uso abitativo di molti di

essi, come risulta evidente dall’accento posto sulla presenza di «puteo

et furno», ovvero di quanto è percepito come indispensabile a garanti-

re le possibilità di permanenza di una famiglia, dall’altro la presenza di

107

ASCT, Nuova 1488, ff. 97

r

, 99

r

, 145

r

; Marm. 1488, ff. 5

v

, 12

r

, 17

r

, 26

r

, 28

v

, 62

r

, 101

r

,

111

r

, 117

r

; Dor. 1488, f. 21

r

.

108

ASCT, Nuova 1488), f. 63

r

; Marm. 1488, ff. 35

r

, 72

v

.

109

ASCT, Dor. 1488, f. 21

r.

110

ASCT, Marm. 1488, f. 56

r

.