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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
pozzo e orto e sono quasi tutte fornite di annessi come
tecta
,
benne
e
cas-
sine
122
. Vi sono inoltre altri cinque edifici di questi due ultimi tipi. I pa-
trimoni fondiari a cui appartengono sono piccoli o medi, sono caratteriz-
zati da una forte presenza dell’alteno e sono considerevolmente compat-
ti. I loro possessori, registrati in sequenza, uno appresso l’altro, come ivi
residenti, generalmente non hanno beni al di fuori di questa località.
Il ritmo con cui pare svilupparsi l’insediamento intorno a Porta Mar-
morea sembra addirittura più accelerato di quello, pur rapidissimo, del-
le altre zone. Si tratta di un nucleo dalle caratteristiche peculiari, co-
stituito prevalentemente da
tecta
ed
airalia
appartenenti a famiglie im-
portanti, che li utilizzano come magazzini, come centri di raccolta dei
prodotti agricoli, come sedi di particolari lavorazioni. Intorno, piccole
parcelle di colture specializzate, quali orti, canapaie, giardini
123
.
Per terminare, pare necessario gettare ancora uno sguardo su alcuni
complessi che, secondo l’estimo del 1488, sembravano suscettibili di svi-
luppi interessanti. Il
tectum
di Nicolino Lingotti è ora passato nelle ma-
ni dell’erede, Michele, viene definito
palacium
e appare fornito di una
lunga serie di annessi: case, orti, aie, giardino. Vi è persino una peschiera.
Il palazzo del Lingotto, che nei secoli seguenti assumerà la dignità di un
vero castello e che ancora oggi segna la toponomastica cittadina, è già
configurato nei suoi elementi fondamentali
124
.
La cascina «Ranotta» è conoscibile invece grazie alla descrizione più
ricca e articolata fra tutte quelle dei grandi complessi registrati nell’esti-
mo del 1510. Viene definita
grangia
e si articola in diverse parti: una
stalla, locali destinati alla pigiatura dell’uva e alla fermentazione del mo-
sto, abitazione e magazzino di derrate. Completano l’insieme gli im-
mancabili pozzo e forno
125
. Curiosamente questa bella e completa de-
scrizione, che sembra sintetizzare molte delle caratteristiche principali
dell’evoluzione dell’agricoltura torinese fra Quattro e Cinquecento, pro-
viene ancora una volta dalla famiglia Ranotti.
122
ASCT, Dor. 1510, ff. 3
r
, 6
r
, 6
v
, 7
r
, 7
v
, 9
v
, 10
r
, 13
r
, 19
r
, 63
r
.
123
ASCT, Marm. 1510, ff. 7
v
, 15
v
, 23
v
, 49
v
, 57
r
, 77
r
, 85
r
, 88
v
, 93
v
, 96
r
, 119
r
, 121
v
, 127
v
,
144
v
, 157
v
, 161
r
.
124
«Cum […] pallacio, domibus, ayris, ortibus, pischeria, iardino, ortis»: Marm. 1510, f.
146
r
.
125
«Cassinam unam seu tectum constructum muro et copertum tegullis […] que cassina
est cassorum viginti octo partim stalle et partim cassine et partim tinagii et partim pro perso-
nis et victualibus, cum suo collumberio desuper ac cum uno puteo et uno furno»: Pust. 1510,
f. 159
v
.